mercoledì 17 giugno 2009

I batteri producono anche energia elettrica

FIRENZE. L’azione positiva svolta dai batteri enterici nei processi intestinali, come quella svolta da alcuni microrganismi nella “demolizione” di sostanze inquinanti (vedi petrolio) sono funzioni utili, ormai note da tempo. Ma recentemente è stato scoperto che i batteri possono produrre energia elettrica e l’Università di Firenze insieme al Centro per lo Studio delle Relazioni tra Pianta e Suolo di Roma (CRA-RPS) è all’avanguardia in Italia su questo tipo di ricerche. Durante il simposio Bio-elettricità microbica organizzato dal Polo Scientifico e Tecnologico dell´Università di Firenze, Renato Fani del Dipartimento di Biologia Evoluzionistica e docente di Ingegneria Genetica ha illustrato il progetto: «Recentemente sono stati scoperti in natura alcuni microrganismi (batteri elettrigenici),che vivono prevalentemente in ambienti anaerobici quali suolo e sedimenti marini, i quali producono energia elettrica attraverso il trasferimento extracellulare di elettroni. Selezionando ed utilizzando batteri già presenti in natura si possono realizzare "pile o batterie batteriche" (dette Microbial Fuel Cell) che sono già in avanzata fase di sperimentazione». Anche se il motivo per cui i batteri producono energia elettrica è ancora ignoto - sottolineano dall’Università di Firenze -, è estremamente affascinante e stimolante la possibilità di produrre energia elettrica pulita da fonti naturali, quali ad esempio le biomasse di scarto provenienti dalle filiere agroalimentari. Durante il simposio sono stati illustrati progetti analoghi, come quello descritto dal professor Willy Vaestraete della Ghent University del Belgio.

L'energia arriverà dalle finestre

Allo studio in Germania celle fotovoltaiche trasparenti per trasformare la luce solare in elettricità
La struttura delle cellule fotovoltaiche trasparenti (Fraunhofer-Gesellschaft)
MILANO – Le celle solari possono anche essere trasparenti, nessuno esclude, che l’energia del sole potrebbe provenire da occhiali da sole, finestre o persino parabrezza. È solo questione di trovare il materiale giusto.
GLI SCIENZIATI TEDESCHI - Wolfgang Körner e altri ingegneri dell’Istituto Fraunhofer di Materiali Meccanici IWM di Friburgo, in Germania, stanno lavorando a un progetto per sfruttare le finestre dei palazzi come superfici da adibire a celle fotovoltaiche, cercando al tempo stesso di conservare le proprietà di trasparenza del vetro.
I PANNELLI-FINESTRE – La nuova tecnologia allo studio dei ricercatori dell’Istituto di Materiali Meccanici richiede l’uso di due tipi differenti di strati trasparenti: il primo tipo, già collaudato, è in grado di trasferire l’elettricità attraverso gli elettroni, n-conduttori, mentre per lo sviluppo del secondo tipo, in cui sono le lacune elettroniche, i cosiddetti p-conduttori, a consentire all’elettricità di scorrere, le tecnologie sono ancora insufficienti. I p-conduttori presentano molte problematiche e spesso la loro conduttività è troppo bassa e la trasparenza è scarsa.
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MATERIALI CONDUTTIVI E TRASPARENTI - I materiali esistenti allo stato attuale non consentono di veicolare sufficiente elettricità né di mantenere la trasparenza, obiettivo che grazie a Körner e ai suoi colleghi potrebbe essere invece più vicino. Attraverso un microscopio elettronico i ricercatori tedeschi hanno studiato infatti la modalità di distribuzione degli elettroni nelle diverse strutture, calcolando così il potenziale di conduttività e trasparenza dei differenti materiali che potrebbe portare alla superficie ideale per la finestra energetica e trasparente. Fino ad ora il materiale più promettente sembra essere l’azoto, ma la ricerca dell'ideale per la finestra solare è appena iniziata.
Emanuela Di Pasqua
16 giugno 2009
Corriere d.sera

martedì 16 giugno 2009

La vecchia ferrovia di New York si trasforma in un parco urbano sopraelevato
















L’High Line Elevated Urban Park, ovvero il parco creato nel tratto di strada ferrata sopraelevata che si estende dal Meatpacking District fino all’Hudson Rail Yards, è stato inaugurato proprio qualche giorno fa. L’High Line è stato originariamente costruito nel distretto del Meatpacking negli anni 30 per elevare un tratto di ferrovia cargo particolarmente pericolosa per i cittadini newyorkesi. Abbandonato negli anni 80, l’High Line è stato riscoperto dal famoso fotografo Joel Sternfeld, il quale ha dedicato molti lavori alla bellezza che scaturiva da questa struttura che man mano veniva letteralmente ricoperta dalla natura spontanea. La città di New York era originariamente intenzionata a distruggere l’High Line, ma grazie all’intervento dei cittadini newyorkesi, la struttura è stata protetta e rinnovata, fino ad arrivare al completamento dell’attuale progetto di architettura e design sostenibile. Non dimenticatevi di aggiungerlo alle vostre tappe la prossima volta che passate da Manhattan!

lunedì 15 giugno 2009

Grazie al Premio Nobel Zhores Alferov, il Gruppo Beghelli commercializzerà un rivoluzionario sistema solare per la produzione di energia elettrica

Roma - La scorsa settimana è stato presentato a Roma Pianeta Sole Life, un progetto di produzione di energia ad uso domestico, la cui principale caratteristica è quella di avere un’efficienza di conversione delle celle solari di oltre il 38 per cento, cioè circa l’80 per cento in più della media degli altri impianti.
Se questo progetto sta divenendo realtà, il merito è prima di tutto del Premio Nobel Zhores Alferov, un fisico sovietico naturalizzato russo che ha contribuito significativamente alla moderna fisica delle eterostrutture e all’elettronica.
A rendere il progetto realtà e tramutarlo in qualcosa di tangibile è invece l’italianissimo Gruppo Beghelli, il cui presidente Gian Pietro Beghelli è intervenuto nella presentazione della novità aggiungendo: “L’illusione di un pianeta capace di risorse infinite è tramontata. Consumiamo troppo, più di quanto la terra possa sopportare. Già oggi la nostra impronta globale supera la capacità rigenerativa del nostro pianeta di circa il 30 per cento. Se la nostra domanda di energia continuerà a crescere a questa velocità entro il 2030 avremo bisogno dell’equivalente di due pianeti terra per sostenere i nostri stili di vita”… “Per questo, la consapevolezza del ruolo sociale dell’impresa, nonché la rilevanza e l’attualità delle tematiche affrontate, ci ha spinto, lo scorso anno, a fare il nostro ingresso nel settore del fotovoltaico, e a evolverci progressivamente, cercando soluzioni sempre più efficienti e con minor impatto sull’ambiente”.

Si tratta dunque di un’innovazione piuttosto rilevante, “Un’idea rivoluzionaria che ha l’obiettivo di offrire un sistema fotovoltaico accessibile a tutte le famiglie italiane e che consentirà a ogni tipo di abitazione di diventare un centro di produzione di energia, con un’efficienza di conversione delle celle di oltre il 38%, l’80% in più rispetto alle celle tradizionali, e una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 2.100 tonnellate/anno ogni 1000 abitazioni”, si legge sul comunicato stampa di Beghelli.
Grazie all’idea di Alferov, i moduli delle nuove celle - spiega Rinnovabili.it - non sono realizzati in silicio bensì con un mix di indio, germanio e gallio, che ha permesso così di aumentare dell’80% l’efficienza riducendo costi e dimensioni (3 mm contro gli attuali 15 cm).
Gli impianti - continua Rinnovabili.it - potranno inoltre essere dotati di una batteria in grado di accumulare l’energia non utilizzata durante le ore di irradiazione, di prese elettriche “intelligenti” che consentiranno di ridurre gli sprechi e di una sorta di cellulare denominato “DomoPhone”, che permetterà agli utenti di comandare a distanza l’impianto elettrico dell’abitazione.
I moduli avranno una vita media di 20 anni e per l’istallazione è previsto che una famiglia media spenderà intorno ai 10 mila euro, ammortizzabili in 10 anni. In questo modo si potranno ridurre le emissioni di 2.100 tonnellate di anidride carbonica all’anno ogni 1.000 abitazioni.

giovedì 11 giugno 2009

Rm 14,17


Il regno di Dio non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello spirito Santo.

mercoledì 10 giugno 2009

Cambogia

Qualche giorno fa abbiamo ricevuto la visita di cinque suore carmelitane. L’evento, semplice e gradito, ha suscitato in me alcune riflessioni. Le monache, tutte di origine coreana e tutte di clausura, sono in Cambogia da circa due anni con l’intento di fondare un nuovo monastero. Vivono per ora in affitto e hanno il permesso della "semi-clausura" per potersi muovere, conoscere la Chiesa cambogiana e seguire i lavori di costruzione dell’edificio che le ospiterà. A permesso scaduto, manca loro ancora un anno, torneranno alla vita claustrale secondo il carisma carmelitano. Sono quindi venute anche a Prey Veng, prima dello "scadere"... accompagnate, quel giorno, dal papà della suora più giovane, venuto dalla Corea in visita alla figlia.Dopo la Messa abbiamo pranzato insieme. Il papà era seduto accanto alla figlia e non ho potuto non chiedergli che cosa pensasse della vocazione monastica... Vengo a sapere che lui è diventato cristiano ormai adulto, a motivo della figlia. La consuetudine al Carmelo prevede che la candidata, dopo opportuno discernimento, faccia ufficiale ingresso in monastero. Si celebra l’Eucarestia, durante la quale avviene il distacco dalla famiglia e dal mondo, per varcare la soglia della clausura. In quella Eucarestia, i genitori sono invitati a portare le offerte all’altare e, tra queste, anche la loro figlia, offerta e consacrata a Dio, per sempre. Quel papà voleva però "sapere" e vivere il momento del passaggio con consapevolezza. Così cominciò a prepararsi lui stesso, fino a ricevere il battesimo e accompagnare la figlia al Carmelo. Vederli accanto, mi ha commosso fino alle lacrime. Che cosa è venuto a vedere in Cambogia?Se dovesse venire mio papà, lo porterei subito a vedere la scuola che abbiamo costruito e gli parlerei di quelle che costruiremo... Conoscerebbe i ragazzi dell’ostello e andremmo a visitare le loro famiglie; lo porterei a vedere i malati che abbiamo guarito e i bambini che abbiamo aiutato. E tutte le altre cose che facciamo... Ma quel papà che cosa può vedere del lavoro di sua figlia? Non hanno nemmeno il monastero... Allora, ho pensato, forse è venuto a vedere le sue preghiere... perché una monaca carmelitana fa principalmente quello. È venuto per vedere sua figlia pregare tutto il giorno e, forse, è venuto a pregare con lei... Sì, ha accettato il battesimo per sua figlia ed ora è contento di sapere che sua figlia intercede giorno e notte per questa terra, senza fare altro che pregare... e così lui, a pregare con lei. Sento che c’è un mistero profondo in questa vicenda, un appello ad una preghiera più autentica. "Non si dovrebbe stare neanche un minuto senza preghiera", dice Etty Hillesum nel suo "diario". Io l’ho capito solo ora, stando a tavola accanto ad una suora carmelitana e al suo papà..Nelle settimane precedenti la visita delle carmelitane, due dei malati che seguivamo sono morti. Due uomini più giovani di me, entrambi sposati e con figli. Il primo, cancro ai linfonodi; il secondo con seri problemi cardiaci, che l’intervento chirurgico non ha risolto. Ho sofferto per queste persone, anche se le conoscevo appena, così come ho sofferto per i tanti malati che non abbiamo saputo aiutare perché troppo gravi o scoperti in ritardo... È facile visitare la casa di un malato dopo che è guarito. Mi sento fiero e utile. Diverso è visitare la casa di un malato dopo che è morto. Mi sento povero e inutile... Ma sono andato comunque, dalle loro mogli e dai loro figli. Dice bene Etty nel suo "diario": "Oggi mentre passavo per quei corridoi così affollati, ho sentito improvvisamente un gran desiderio di inginocchiarmi sul pavimento di pietra, in mezzo a tutta quella gente. L’unico atto degno di un uomo che ci sia rimasto di questi tempi è quello d’inginocchiarci davanti a Dio..." ("Diario", pag. 182). Anch’io, tornando a casa, "ho sentito improvvisamente un gran desiderio di inginocchiarmi", e intercedere, come quella suorina, magari anche ora inginocchiata per compiere, a suo modo, le opere di Dio. Chissà se i miei ragazzi seduti alla stessa tavola quel giorno hanno capito qualcosa di quel Mistero: il Mistero di un papà e di sua figlia, monaca di clausura..Sono profondamente riconoscente per la Grazia che vivo in questi giorni e per questo modo singolare che il Signore ha di parlarmi. Il vero problema è sempre la disposizione del cuore e l’intensità dello sguardo. Vi chiedo quindi di inginocchiarvi un pochino per questa piccola Chiesa, il suo "pastore" e la sua gente....Tornerò in Italia il prossimo 10 Settembre, per circa due mesi. A partire dal "Congressino di Milano", spero di poter incontrare i tanti amici che in questi anni mi hanno sostenuto.
Evito quindi i saluti conclusivi, aspettando di incontrare tutti di persona!A presto!
P. Alberto Caccaro

9 - 10 Giugno

Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

Il Signore è mia roccia e mia fortezza: è lui, il mio Dio, che mi libera e mi aiuta.

martedì 9 giugno 2009

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Certe cose non hanno bisogno di nessun comento:

www।youtube.com/watch?v=jqxENMKaeCU

E' la nostra casa!!!!!!!

http://www.youtube.com/watch?v=G8IozVfph7I

Parrocchie


PARROCCHIE CON TETTI FOTOVOLTAICI di zenit.org - 12/12/2008
“A parte le considerazioni di carattere ecologico, economico e sociale, i cristiani hanno la responsabilità del creato, di ricercare e adottare misure per promuovere un approvvigionamento dell’energia sostenibile”. Questo è un passaggio del messaggio inviato da monsignor Robert Zollitsch, Arcivescovo di Friburgo e Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, al convegno “Energia Solare per le chiese - Italia e Germania per un progetto comune”, svoltosi a Venezia il 4 dicembre scorso, presso la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista.“I cristiani – ha aggiunto monsignor Zollitsch – sono chiamati a un atteggiamento di solidarietà verso le generazioni presenti e future attraverso un utilizzo consapevole delle risorse naturali”.Come ha rilevato nel suo intervento di apertura Norbert Pudzich, Consigliere delegato della Camera di Commercio Italo-Germanica, si è trattato di un evento la cui significatività è ulteriormente sottolineata dal fatto di aver avuto luogo “una settimana dopo l’inaugurazione dell’impianto fotovoltaico sulla Sala Paolo VI, donato al Papa Benedetto XVI da una società tedesca”.Oltre che dalla Camera di Commercio Italo-Germanica (ente dipendente dal ministero dell’economia tedesco), il Convegno è stato organizzato dalla rivista “Chiesa Oggi, architettura e comunicazione”, sotto il patrocinio del Servizio Nazionale per l’Edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana.Il tema dell’energia solare è al centro dell’attenzione di chi intende risolvere il problema dell’inquinamento e della tendenza all’esaurimento delle risorse: non a caso dal 2006 la Chiesa italiana ha istituita la Giornata per la salvaguardia del creato e nello stesso anno, come ha affermato l’Arcivescovo Zollitsch, “la Conferenza Episcopale Tedesca si è espressa a favore di interventi volti al risparmio energetico, all’aumento dell’efficienza energetica così come allo sviluppo delle energie rinnovabili”.In Germania tale impegno in realtà si era concretato da tempo, e si può dire che oggi la Germania sia diventata la maggiore “superpotenza” solare del mondo, sia quanto a capacità di produrre e installare impianti solari, sia quanto a potenziale produttivo di energia elettrica e termica direttamente da fonte solare, anche e soprattutto grazie al contributo delle Chiese.Il quadro generale della situazione tedesca in campo energetico è stato tracciato da Uta Zaehringer, della berlinese Renewable Academy AG, che ha fornito una serie di dati. Dal 2003 al 2007 il flusso di denaro totale attivato dalla realizzazione di impianti a energia rinnovabile e dalla loro produzione energetica è passato da 10 miliardi di euro a 25 miliardi.Nel 2007 sono stati spesi 10 miliardi per realizzare nuovi impianti, mentre il valore dell’energia totale prodotta da fonti rinnovabili è stato di 14,4 miliardi di euro. Nel 2007 il 14 per cento dell’energia prodotta in Germania proveniva da fonti rinnovabili (vento, biomassa, solare, idroelettrico, ecc.): ma di tutte queste, quella solare mostra il maggiore tasso di crescita: basti pensare che questo settore nel 2004 dava lavoro a 25.100 persone, mentre a fine 2007 gli addetti erano saliti a 50.700.Non solo: molte aziende solari tedesche, partite una decina di anni fa come piccole realtà artigianali, sono diventate multinazionali presenti su diversi continenti con centinaia di addetti.Come è stato possibile tutto questo? Lo ha spiegato Gotthard Dobmeier, portavoce per l’ambiente della Conferenza Episcopale Tedesca. Nel 1997 Chiesa cattolica e Chiese evangeliche hanno stilato un documento comune, “Per un futuro nella solidarietà e nella giustizia”, sulla base del quale sono stati intrapresi passi comuni precisamente nel campo dell’energia e la Fondazione tedesca per l’ambiente (Deutsche Bundesstiftung Umwelt, l’ente federale preposto alla diffusione delle energie rinnovabili) ha proposto il programma “Kirchengemeinden für die Sonnenenergie”(comunità ecclesiastiche per l’energia solare), volto a favorire la realizzazione di “tetti solari” sulle chiese e sui centri parrocchiali.Ne è nata una sinergia tra Chiese e Stato federale: quest’ultimo, attraverso la DBU, ha finanziato per un periodo di tre anni il 50 per cento dei costi per la realizzazione di impianti solari sui centri parrocchiali.Grazie alla campagna di sensibilizzazione condotta assieme da Chiese e Stato federale, le comunità si sono attivate e sono stati realizzati 600 nuovi impianti su altrettante chiese. Il che ha costituito un vettore per la diffusione della cultura del “solare”: molti che hanno visto la propria parrocchia adottare queste strumentazioni, le hanno poi volute per le loro case.Questo il segreto che ha consentito alla Germania di diventare la principale produttrice di impianti e di energia solare.La seconda parte del Convegno di Venezia è stata dedicata al tema: “La risposta italiana”. In pratica: ci si può aspettare qualcosa di simile anche qui? Don Giuseppe Russo, responsabile del Servizio edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha posto in rilievo come “l’attenzione per il tema ecologico sia una conquista culturale ormai metabolizzata” e ha portato ad esempio il convegno “Costruire bene per vivere meglio”, organizzato dalla CEI nell’aprile 2008.Don Russo ha richiamato l’attenzione sul fatto che è importante parlare di “bioedilizia nella sua complessità, non solo di energia solare, poiché al fine del risparmio energetico occorre anche che gli edifici siano bene orientati, ben coibentati e non provochino dispersioni termiche”.Come esempio di quanto già si sta muovendo, don Russo ha mostrato un progetto appena approvato dal Servizio edilizia di culto: quello per il nuovo complesso parrocchiale di Corciano a Perugia, in cui tutti questi aspetti sono congiuntamente presi in considerazione (orientamento della chiesa, coibentazione, sistemi di condizionamento passivo, geotermia e pannelli solari).“E’ da un approccio globale al problema che potremo individuare la via per la soluzione”, ha commentato.Attento non solo al tema dell’efficienza, ma anche all’aspetto estetico, l’architetto Massimo Gallione, Vicepresidente del Consiglio Nazionale Architetti (CNAPPC), ha posto in rilievo che la Chiesa nella sua storia bimillenaria ha inteso la qualità nella costruzione come “massima espressione del patrimonio collettivo e privato di pubblico interesse”, e che oggi la CEI “si trova a essere di stimolo vitale nel progresso dell’architettura e dell’innovazione tecnologica”.Il Direttore della rivista “Chiesta Oggi, architettura e comunicazione”, arch. Giuseppe Maria Jonghi Lavarini, ha annunciato la prospettiva di un Premio nazionale di architettura teso a individuare soluzioni esteticamente valide per l’inserimento dei pannelli solari sulle chiese, di nuova edificazione o esistenti, così che il tetto sia una vera “quinta facciata” significativa della dignità e coerente con la simbolicità che è propria dell’edificio chiesa.

lunedì 8 giugno 2009

venerdì 16 gennaio 2009: PARROCCHIA FOTOVOLTAICA NEL MESSINESE da repubblica.it


Da 20 anni si batte per la difesa dell'ambiente nel messinese e contro i danni provocati dall'inquinamento prodotto dalla centrale termoelettrica di San Filippo del Mela e dalle industrie dell'intera valle e dell'area di Milazzo. Ora, padre Giuseppe Trifiro', 67 anni, parroco della chiesa di Santa Maria della Catena nella frazione Archi del Comune di San Filippo del Mela e presidente dell'associazione T.S.C. (Tutela della salute dei cittadini) ha deciso di dare un altro segnale concreto del suo impegno civile scegliendo l'energia pulita per la sua chiesa, non senza perplessita' dei fedeli. Il sacerdote ha fatto montare sul tetto della sua parocchia - la prima in provincia di Messina - un impianto fotovoltaico da 6,12 Kwp che permettera' la fornitura di quasi 10.000 kwh l'anno. Padre Trifiro' ha speso quasi 40 mila euro ma ai parrochiani critici nei suoi confronti risponde, cifre alla mano, che la chiesa ci guadagnera'. L'incentivo annuo dell'Enel sara' di circa 4 mila 200 euro per 20 anni e con il meccanismo di scambio potra' risparmiare in bolletta altri 2 mila euro l'anno. In 20 anni conta cosi' di far guadagnare alla parrocchia addirittura 80 mila euro. Ed a guadagnarci sara' anche l'ambientale perche' il suo impianto fotovoltaico evitera' l'emissione di circa 5.300 chili l'anno di anidiride carbonica nell'atmosfera dalla vicina centrale termoelettrica dell'Enel che in 20 anni fanno 106 mila chili in meno di Co2. Nel '89 per evitare la sua trasformazione a carbone padre Trifiro' spedi' al presidente della Repubblica 800 certificati elettorali dei suoi fedeli non facendoli votare per le elezioni europee e l'anno dopo si fece promotore di un referendum popolare poi indetto dalla Provincia Regionale di Messina che bocciò con il 98% dei consensi il progetto: la consultazione chiedeva la trasformazione della centrale Enel a metano ma la volonta' popolare non e' stata mai rispettata dalla politica.

Caprarola - 2 giugno 2009
















Si è svolto nel convento di Santa Teresa a Caprarola(VT) l'incontro annuale degli “Amici del Carmelo” della Provincia Romana dei Carmelitani Scalzi, quasi tutti “ex” o del collegino Anzio-Montecompatri oppure del noviziato e anche del studentato di filosofia-teologia.

Le attività della giornata sono cominciate con la recita dell'Ora Media in Chiesa per poi continuare con la proiezione sulla città di Caprarola e il Convento Santa Teresa, preparata dal P. Innocenzo del Cuore Immacolato, e dopo una visita guidata dello stesso. Bellissimo constatare la simbiosi dell’uomo con la natura. Innanzitutto Caprarola, costruita su una collina tufacea, facile quindi una grotta per l’uomo e l’animale più redditizio come la capra. Anche oggi Caprarola ha saputo aggiornarsi e industrializzarsi, coltivando la nocciola e rispettando la natura. Gli amici del Carmelo di oggi hanno potuto apprezzare la bontà e l’abilità degli ideatori, costruttori e benefattori della Casa, cioè degli amici del Carmelo di ieri. Anche il convento ha saputo adattarsi al luogo, con tanti locali ricavati dal tufo. Serbatoi dell’acqua, garage e locali d’ogni dimensione. Fiore all’occhiello del convento S. Teresa in Caprarola resta sempre la cantina monumentale con la rispettiva grotta. La visita del convento, ci ha fatto gustare come anche oggi i Padri hanno saputo ricavare dalle pareti laterali di tufo, che arrivano al primo piano, una cabina telefonica e anche toilette. Che bellezza vedere il soffitto in tufo senza rifiniture! Inoltre abbiamo visto i due meravigliosi reliquiari che conservano autografi delle lettere della nostra santa madre Teresa d’Avila. Anche un’ottima occasione per conoscere la casa di accoglienza: i luoghi della quotidianità, gli ambienti interni e l'economia dei Padri Carmelitani.
La S. Messa animata e concelebrata con attenzione da tutti quanti si è vissuta come un importante momento dell'effusione dello Spirito Santo nella personalità di ognuno. L'imposizione dello Scapolare della Madonna del Carmine, a una diecina dei presenti, ha risvegliato nei cuori l'amore alla nostra Mamma celeste.
Dopo il momento allegro dell'agape fraterna curata da P. Paolino Caruso, la testimonianza rara ad aversi, della Sig.ra Rosa Adorni, nativa di Ceprano, e fortunatamente sposata col nostro fratello Andrea Mollica di Ripi, il quale non si è perso nessuno dei nostri incontri.
Quest’anno con molto sforzo Rosa, malata di sclerosi multipla, è riuscita ad andare a Lourdes. Precisamente il 27 Aprile u.s.. Lasciamo a lei il piccolo sfogo e testimonianza che ci ha commosso: <<….stando nell’acqua ho sentito un tremore forte, che non so spiegare, sono uscita, senza aiuto, senza bastoni, gridavo, cantavo, saltavo, ballavo con un piede e non capivo più niente per la gioia della guarigione….>>. A veder la semplicità della donna, emozionata da non dire, perché riviveva una nuova rinascita, l’emozione degli astanti è andata alle stelle. Forse è stato il momento più forte vissuto insieme.
Concludeva quest'incontro il saluto dei figli alla Vergine del Carmelo col canto della ‘Salve Regina’ e la visita, di tutti insieme, alla cappellina dei Padri Carmelitani al cimitero di Caprarola in ricordo del P. Angelo Romani, che tanto ha dato al collegino e che tutti portano nel cuore per la sua bontà e dedizione. La preghiera per i defunti diventa un'occasione per riflettere sulla sorella morte che presto o tardi ci chiama all'appuntamento con lei e sulla vera vita che Gesù ha preparato per noi.

P. Mario Ottaviani, consigliere provinciale, superiore e parroco del convento - Parrocchia di S.Valentino a Terni (fu lui a suggerire la data del 2 giugno ed è stato sempre presente nei nostri raduni), ha appena accennato che la riunione per mercoledì 2 Giugno 2010 si poteva celebrare a Terni, gli “Amici del Carmelo” presenti hanno accolto l’invito con un applauso e si sono dati appuntamento nel Santuario ormai mondiale dedicato a S. Valentino in Terni.

Tanti ringraziamenti pieni di riconoscenza a P. Innocenzo che cura quest'appuntamento annuale.