venerdì 19 novembre 2010

Windstalk: il parco eolico senza turbine

Windstalk è costituito da 1.203 "non turbine": pali in fibra di carbonio rinforzata con resina, alti 55 metri e ancorati a una struttura cilindrica il cui raggio misura dai 10 ai 20 metri. Ciascun palo ha un diametro di 30 cm alla base che diminuisce progressivamente fino alla punta, dove misura appena 5 cm. Il parco eolico così formato è stato pensato per Masdar City, l’avveniristico quartiere a zero emissioni e zero rifiuti di Abu Dhabi.
Il principio su cui si basa Windstalk è l'oscillazione: ogni palo contiene una pila di dischi di ceramica piezoelettrica, che vengono “deformati” dalla trazione di un cavo al loro interno, che sarà direttamente proporzionale alla forza del vento. In pratica i moduli, indipendenti l'uno dall'altro, dovrebbero oscillare come erba al vento, con tanto di luce al led sull’estremità superiore che aumenterà o diminuirà di intensità a seconda della quantità di energia prodotta.
Alla base di ciascun palo, i progettisti di Atelier DNA hanno pensato inoltre di sistemare una turbina elettrica, il cui movimento sarà generato dal fluire verso il basso o verso l'alto dell'acqua piovana. Si tratta, in pratica, di un sistema per conservare l'energia: il moto del palo sposta una massa d'acqua da una camera più bassa a una più alta e, finito il vento, il palo torna dritto e l'acqua fluisce verso la camera inferiore, muovendo la turbina.

Per ulteriori info: http://www.ingegneri.info/windstalk-il-parco-eolico-senza-turbine_news_x_6021.html

lunedì 18 ottobre 2010

The Dovecote Studio by Haworth Tompkins

February 14th, 2010

Semplicemente molto bella e funzionale.

London architects Haworth Tompkins have inserted a Corten steel artist’s studio into a ruined Victorian dovecote in Suffolk, UK.

venerdì 8 ottobre 2010

"Più risorse all'ambiente" per italiani è in cima alla lista


Secondo l'indagine di Ecobarometro, per il 71,9% la questione è prioritaria insieme al lavoro. Il 75% incolpa il governo per la mancanza di investimento. Bocciato il nucleare, grande maggioranza favorevole alle energie pulite e in molti hanno cambiato il proprio stile di vita

di ANTONIO CIANCIULLO


La novità è al secondo posto. Che al primo posto nelle preoccupazioni degli italiani ci fosse l'occupazione - o per meglio dire la disoccupazione - non era difficile da prevedere. Ma al secondo posto troviamo l'ambiente. Più di 7 italiani su 10 sono preoccupati per l'inquinamento e per lo spreco di risorse che derivano da scelte vecchie, dalla mancanza di coraggio e di innovazione. E quando dal generale si scende al particolare, al locale, la protesta si concentra sull'arretratezza del sistema di trasporti che in Italia penalizza il trasporto su ferro a vantaggio degli ingorghi su gomma.

E' questa la fotografia che emerge dal sondaggio, curato da Lorien Consulting e dal mensile La Nuova ecologia, reso noto al Forum QualEnergia organizzato a Firenze da Legambiente e Kyoto Club. Dopo il tema lavoro (88,1 per cento di risposte in un questionario in cui si potevano barrare fino a tre caselle) e il pacchetto dei problemi ambientali che si colloca a quota 71,9 per cento, nella classifica sulle preoccupazioni degli italiani troviamo la debolezza della classe politica (24,6 per cento), il terrorismo e la guerra (23 per cento), i conflitti istituzionali (14,5).

L'Ecobarometro segna dunque tempesta. E indica i responsabili. Il 75,7 degli intervistati ritiene che il governo centrale potrebbe fare di più per risolvere i problemi ambientali. Mentre il giudizio sulle amministrazioni locali, pur restando negativo, è meno severo: sono bocciate dal 61,5 per cento delle risposte.

Dal sondaggio emerge
poi una grande speranza nei confronti delle fonti energetiche pulite. L'indice di gradimento vede al primo posto il solare, seguito da eolico e idroelettrico. Bocciato il nucleare: solo il 30 per cento delle risposte è a favore e si scende al 25 per cento se la prospettiva è quella di una centrale atomica nella regione in cui si vive. Non si tratta solo di aspettative e giudizi teorici. Molti degli intervistati hanno cominciato a fare quello che potevano. Il 98 per cento usa lampadine ad alta efficienza, il 96 per cento ha comprato un elettrodomestico che riduce i consumi, il 73 per cento ha adottato una misura di coibentazione (dall'isolamento delle pareti ai doppi vetri).

E di fronte all'ultima, provocatoria domanda del sondaggio (avendo un milione di euro meglio investirli in una grande azienda automobilistica come la Fiat o aiutare una nuova impresa nel settore delle rinnovabili?) il 77 per cento degli intervistati ha optato per le rinnovabili.

giovedì 7 ottobre 2010

Nobel a Geim e Novoselov. Sono i pionieri del grafene

L'Accademia delle Scienze svedese ha premiato le ricerche "rivoluzionarie" dei due studiosi di origine russa sul materiale più sottile mai creato in laboratorio che rivoluzionerà l'elettronica. Due particolarità del premio: una scoperta recente e un premiato tra i più giovani della storia"A cosa serve la nostra invenzione? Sarebbe come chiedere a che serve la plastica". Lo scienziato Andre Geim ha appena vinto il Nobel per la fisica insieme al collega Konstantin Novoselov, entrambi dell'università di Manchester. Da Stoccolma il comitato che assegna il premio gli telefona a sorpresa per dargli la notizia e chiedergli a cosa servirà il grafene, il nuovo materiale che hanno inventato. Lui resta senza parole. "Non lo so. E' come presentare un pezzo di plastica a un uomo di un secolo fa e chiedergli cosa ci si può fare. Un po' di tutto, penso".Il grafene è stato descritto dal comitato dei Nobel di Stoccolma come "il primo materiale a due dimensioni". E' infatti talmente sottile da aver praticamente eliminato la dimensione dello spessore. Per arrivare a un'altezza di un millimetro occorre sovrapporre tre milioni di fogli di grafene. La sua "trama" è formata da un unico strato di atomi di carbone e se fosse visibile si presenterebbe come un grande lenzuolo a celle di alveare. "Il grafene è sottile, resistente, leggero eppure densissimo, praticamente trasparente e flessibile" ha spiegato il comitato dei Nobel nella motivazione della sua scelta. E' formato da un elemento molto comune - il carbonio, il mattone essenziale degli esseri viventi - ed è un buon conduttore di elettricità. Per dire a cosa può servire un materiale così - descritto dai due scienziati russi su Science a ottobre del 2004 - l'unico limite è la fantasia.Schermi ultrasottili, computer molto più piccoli degli attuali, pannelli solari, strumenti per andare a esplorare nei suoi anfratti il nostro Dna, sensori in grado di captare anche singole molecole di gas velenosi sono solo alcune delle idee avanzate dal 2004 a oggi. Ma forse la più accattivante per la nostra immaginazione è quella degli apparecchi elettronici indossabili come magliette. Essendo leggero e flessibile, il grafene può infatti essere trattato come un tessuto. E la sua proprietà di condurre elettricità lo rende appetibile per l'industria dei gadget informatici e televisivi. Per arrivare alla loro scoperta Geim e Konstantin sono partiti da una punta di matita (fatta di grafite) e un nastro adesivo. Ma accanto a una cassetta degli attrezzi così semplice, hanno dovuto mettere tutte le loro conoscenze. A dimensioni così piccole infatti i materiali cessano di comportarsi con le leggi della fisica ordinarie e iniziano a seguire quelle della meccanica quantistica. E per realizzare dei fogli di grafene servono comunque strumenti e apparecchiature in grado di operare nel campo dell'infinitamente piccolo. La "nuova plastica" non invaderà dunque il nostro mondo da un giorno all'altro.Contrariamente alle abitudini del comitato dei Nobel di Stoccolma, questo premio è arrivato solo pochi anni dopo la scoperta, avvenuta nel 2004. E mentre Geim (nato in Russia ma cittadino olandese) ha 51 anni, Novoselov (cittadino russo e inglese) con i suoi 36 anni è uno dei Nobel più giovani della storia. Dalla capitale svedese non hanno mancato di accennare all'aspetto "giocoso" del fare scienza dei due vincitori. E non è un caso che Geim dieci anni fa vinse anche un Ig-Nobel. Considerati gli anti-Nobel, questi premi vengono assegnati dall'università di Harvard alle ricerche più spiritose, divertenti, apparentemente inutili e ridicole. Geim vinse per la sua "rana volante": un piccolo anfibio che all'interno di un campo magnetico si sollevò in aria.
ELENA DUSI su La Repubblica
Fonte: tecnici.it

lunedì 4 ottobre 2010

Pannelli fotovoltaici al silicio nero: nuovo traguardo della ricerca


Da una recente scoperta di scienziati americani i pannelli neri sono più economici e molto più efficienti

Come sappiamo, a differenza del bianco che riflette la luce proiettata, il nero la assorbe. Questo il concetto base da cui è partito il team di studiosi guidato da Howard Brenz, il quale ha affermato di essersi interessato al progetto già dalla fine del 2006 quando ha assistito ad una conferenza di un ricercatore della Technical University di Monaco e recentemente ha voluto verificare la sua intuizione. Il team fa parte del Nrel, il National renewable energy laboratory americano, che per questa scoperta si è aggiudicato quest'anno il premio come migliore innovazione.
L'idea è stata quella di annerire i comuni wafer al silicio normalmente utilizzati per i pannelli fotovoltaici in modo da assorbire tutta la luce evitando non solo gli sprechi ma soprattutto sfruttando anche il debole irraggiamento delle prime ore del mattino e del crepuscolo, aumentando di fatto l'efficienza e l'efficacia del pannello. Nello specifico, attraverso una tecnica a basso costo sviluppata all'università di Monaco, il disco di silicio (wafer) è stato cosparso da una miscela di acidi che grazie alla loro azione corrosiva, hanno inciso milioni di buchi sulla superficie. Questi fori sono capaci di catturare la luce, rendendo la superficie nera. Gli scienziati tedeschi, grazie ad una tecnica di evaporazione con pompe sottovuoto, con una miscela di perossido di idrogeno e acido fluoridrico hanno cosparso un sottilissimo strato d'oro posto all'interno del wafer, scurendolo del tutto. A differenza dei colleghi tedeschi, il team del Nrel ha pensato di ottimizzare la tecnica: hanno cosparso la superficie di silicio con una soluzione in sospensione di nanoparticelle d'oro, chiamata "oro colloidale" e hanno atteso l'evaporazione dell'acqua in modo che l'oro, in seguito, incidesse il wafer. Successivamente, il chimico del Nrel Vern Yost, volendo migliorare la tecnica, ha deciso di separare le nanoparticelle con acqua regia, una miscela altrettanto corrosiva formata da acido nitrico e acido cloridrico concentrati capace di sciogliere metalli come l'oro e l'argento. Ebbene, l'acqua regia aveva reagito con l'oro formando una soluzione di acido chloroauric, meno costoso dell'oro colloidale.

Secondo il laboratorio americano, in questo modo l'assorbimento della luce da parte delle celle solari aumenta del 98% contro il 95% di quelle attuali. Risultato di poco conto alcuni obietteranno ma sufficiente ad incrementare del 2% l'efficienza energetica della cella. Non solo, la realizzazione di pannelli al silicio nero tramite la tecnica del Nrel non è nociva per l'ambiente in quanto produce meno emissioni rispetto ai pannelli attuali.

Fonte: edilone.it

venerdì 24 settembre 2010

ACCELERATO IL TASSO DI SVUOTAMENTO DELLE ACQUE SOTTERRANEE IN TUTTO IL MONDO


ScienceDaily (23 settembre 2010) - Negli ultimi decenni, il ritmo con il quale gli esseri umani in tutto il mondo stanno pompando l'acqua sotterranea dalle distese d'acqua è più che raddoppiato, dicono gli scienziati che hanno condotto una insolita, valutazione globale delle acque sotterranee in uso.

Questa rapida contrazione dei serbatoi sotterranei è essenziale per la vita quotidiana e l'agricoltura in molte regioni, ma anche di sostenere i flussi, le zone umide, e gli ecosistemi, resistendo al cedimento del terreno e l'acqua salina nelle falde di acqua dolce. Today, people are drawing so much water from below that they are adding enough of it to the oceans (mainly by evaporation, then precipitation) to account for about 25 percent of the annual sea level rise across the planet, the researchers find. I ricercatori costattano che oggi, la gente sta prendendo così tanta acqua da sotto terra quanto si sta aggiungendo attraverso gli oceani (principalmente per evaporazione, quindi precipitazione) e da contare che questo incide per circa il 25 per cento dell'aumento annuo del livello del mare in tutto il pianeta.
L'impennata globale dell'esaurimento delle acque sotterranee è di buon auspicio un potenziale disastro per un sistema sempre più globalizzato agricolo, dice Marc Bierkens dell'Università di Utrecht a Utrecht, Paesi Bassi, e leader del nuovo studio.
"Se si lascia che la popolazione cresca estendendo le aree irrigate con le acque sotterranee che non vengono ricaricate, allora si avrà a sbattere contro un muro a un certo punto nel tempo, e questo causerà fame e tensioni sociali", avverte Bierkens . "Questo è qualcosa che si può vedere per chilometri e chilometri."

Lui ei suoi colleghi pubblicano i loro nuovi risultati in un prossimo numero di Geophysical Research Letters, un giornale del Geophysical Union.
Nel nuovo studio, che confronta le stime delle acque sotterranee aggiunte dalla pioggia e dalle altre fonti con le quantità che vengono rimosse dall'agricoltura e altri usi, il gruppo dei ricercatori crea un database di informazioni delle acque sotterranee mondiali, tra cui le mappe delle regioni sotterranee e la richiesta di acqua. I ricercatori inoltre utilizzare modelli per stimare i tassi con cui le acque sotterranee vengono aggiunte al falde acquifere e vengono ritirate. Per esempio, per determinare i tassi di ricarica delle acque sotterranee, loro simulano una falda sotto due strati di suolo, esposta in cima alle precipitazioni, all'evaporazione, e ad altri effetti, e usano l'andamento di 44 anni (1958 - 2001) dei dati sulle precipitazioni, la temperatura, l'evaporazione a trarre conclusioni dal modello matematico.
L'applicazione di queste tecniche a livello mondiale per le regioni che vanno da zone aride a quelle con l'umidità delle praterie, la squadra trova che il tasso al quale le acque sotterranee mondiali stock si è più che raddoppiato tra 1960 e 2000, aumentando la quantità dell'acqua perduta da 126 a 283 kilometri cubi (30-68 miglia cubiche) di acqua all'anno. Poiché la quantità totale delle acque sotterranee nel mondo è sconosciuta, è difficile dire quanto velocemente le riserve mondiali potrebbero svanire a questo passo. Ma, se l'acqua fosse stata deviata con la stessa velocità dai Grandi Laghi, essi andavano asciutti in circa 80 anni.
Le acque sotterranee rappresentano circa il 30 per cento dell'acqua dolce disponibile sul pianeta, contando che le acque di superficie rappresentano solo un per cento. Il resto dell'acqua potabile, necessaria per l'agricoltura è rinchiusa nei ghiacciai polari. Questo significa che qualsiasi riduzione della disponibilità di approvvigionamento delle acque sotterranee potrebbe avere effetti profondi per una crescente popolazione umana.

La nuova valutazione mostra i più alti tassi di esaurimento in alcuni dei maggiori centri agricoli del mondo, tra cui l'India nord-ovest, a nord est della Cina, a nord-est del Pakistan, nella valle centrale della California, e il Midwest degli Stati Uniti.
"Il tasso di esaurimento è aumentato in modo quasi lineare dal 1960 ai primi anni 1990," dice Bierkens. "Ma poi si vede un forte aumento che è legato all'aumento delle economie imminenti e il numero della popolazione, principalmente in India e in Cina".
Poiché il livello delle acque sotterranee diminuisce sempre, l'acqua restante "sarà alla fine a un livello così basso che un agricoltore regolare con la sua tecnologia non potrà più raggiungere", spiega Bierkens. Egli aggiunge che alcune nazioni saranno in grado di utilizzare tecnologie costose per ottenere acqua dolce per la produzione alimentare con mezzi alternativi, come impianti di desalinizzazione o ricarica artificiale delle acque freatiche, ma molti non potranno permetterseli.
La maggior parte delle scorte di acqua estratta dal sottosuolo finisce nell'oceano, osservano i ricercatori. Il gruppo di ricerca stima che il contributo di esaurimento delle acque sotterranee a livello del mare arriva a 0,8 millimetri all'anno, che è circa un quarto del tasso totale dell'aumento del livello del mare di 3,1 millimetri all'anno. Questo è circa l'aumentare del livello del mare tanto quanto causato dalla fusione dei ghiacciai e delle calotte polari al di fuori della Groenlandia e dell'Antartide, e supera o rientra nella fascia alta di precedenti stime del contributo di esaurimento delle acque sotterranee a livello del mare, aggiungono i ricercatori.


- Un articolo molto interssante, mi sono divertita a tradurrlo ricordandomi i miei studi e ricerche in acque sotterranee.

In inglese si trova nel link sottostante.

giovedì 9 settembre 2010

USARE I CAMBIAMENTI DEL TEMPO PER RISPARMIARE ENERGIA


Semplice pratica di adattamento ai cambiamenti del tempo che nei paesi poveri la gente comune lo fa in modo naturale.


Il mondo ricco che col tempo si affida molto di più alle macchine che alle buone pratiche lo può vedere come arrivo della scienza. Invece: Ingegneri e meteorologi catalogano le attività del tempo per elaborare un piano Green Energy


mercoledì 8 settembre 2010

turnmeon2010: turnmeON is ON

turnmeon2010: turnmeON is ON: "village tap: lamjung district nepal turnmeON is ON! our focus in 2010 is water. please check out the website regularly. a full brief will b..."

martedì 7 settembre 2010

A Parigi si inaugura l'edifico “ad energia passiva”

Coperto di pannelli solari, produce più energia di quanta ne consuma
La bioedilizia diviene una realtà sempre più tangibile. Le nuove costruzioni sono spesso caratterizzate da accorgimenti che riducono fortemente il consumo energetico degli edifici, ma il top si raggiunge con la costruzione di strutture ad "energia passiva" che arrivano a consumare meno energia di quella che producono attraverso i loro impianti interni.
Un esempio in tal senso viene da Pantin, un comune di circa 50mila abitanti vicino Parigi, dove con l'inizio del nuovo anno scolastico sarà inaugurata una scuola che chiuderà il suo bilancio energetico in positivo, generando più energia di quanto non ne consumi.
L'edificio, spiegano i progettisti al settimanale Journal du Dimanche, ha il tetto coperto di pannelli solari, che assicurano la fornitura di elettricità, tubi solari per il riscaldamento dell'acqua e sistemi di illuminazione dei banchi all'interno che sfruttano il riflesso della luce esterna.
Per il riscaldamento, invece, sfrutta l'energia geotermica tramite un impianto sotterraneo. La struttura è stata inoltre orientata in modo da sfruttare al meglio i raggi del sole e le correnti d'aria, ed è fornita di tripli vetri e giunture stagne. Il costo per la costruzione è stato di 14 milioni di euro, il 25% circa in più che per una scuola normale, ma il risparmio energetico consentirà di ammortizzare la differenza entro 15-20 anni.
Une école "Zéro énergie" à Pantin
Depuis 2001, la municipalité de Pantin mène une politique très active en matière de développement durable qui est régulièrement couronnée de prix nationaux. Dans le quartier Mairie-Ourcq, juste en face du Canal, la future école - actuellement baptisée école du Centre du fait de sa localisation - est une véritable innovation en matière de protection de l'environnement. Grâce à ses panneaux solaires, l'école, qui accueillera 8 classes de primaire, 4 de maternelle ainsi qu’un centre de loisirs en 2010, sera énergiquement autonome. Cette école est la première du genre en Seine-Saint-Denis et la deuxième en Ile-de-France.

A Bergamo la "cattedrale vegetale"


Nell'Anno Internazionale della Biodiversità, Bergamo si distingue per un prodotto del tutto innovativo


Cinque navate, 21 metri di altezza, 28,5 di lunghezza e 24 di larghezza.
Queste le dimensioni straordinarie del progetto ideato dall'architetto Giuliano Mauri, che ha unito abeti, castagni e noccioli in un intreccio che rende l’edificio veramente spettacolare. Complessivamente l’area coinvolta nella realizzazione di questo edificio verde è di circa 650 metri quadrati. Un progetto enorme, che è in grado di rispondere all’esigenza di mettere in atto un impatto zero degno di questo nome. La conservazione dell’ambiente passa anche attraverso iniziative di questo genere.
Il progetto cattedrale vegetale è un eccellente esempio di architettura sostenibile, che dimostra come sia possibile vivere e costruire mettendo in atto non solo un impatto ambientale ridotto, ma una vera e propria sintonia con l’ambiente.Un regno incontrastato della natura, che tra qualche anno diventerà ancora più interessante, visto che al suo interno cresceranno 42 piante di faggio. Una costruzione verde in tutto e per tutto che si distingue per il suo ecodesign molto particolare e che si vuole porre come un esempio evidente di dialogo intenso e continuo fra l’uomo e la natura. Le piante all’interno dell’ecoedificio sono accompagnate nel loro processo di crescita, rispondendo ad un obiettivo ben preciso di valorizzazione ambientale.


Fonte: edilone.it

martedì 29 giugno 2010

Electree, il bonsai fotovoltaico



Scritto da Andrea Marchetti

Per chi non ha la possibilità di installare i tradizionali pannelli fotovoltaici sui tetti delle proprie abitazioni, potrebbe esserci comunque la possibilità di fare del bene all'ambiente producendo un po' di elettricità con la tecnologia fotovoltaica e dotandosi, allo stesso tempo, di un oggetto di design dal costo, tutto sommato, non troppo elevato. E' arrivato, infatti, dalla Francia il pannello solare portatile "bonsai".
Si tratta di Electree, un progetto di Vivien Muller, una scultura moderna che riproduce le forme di un alberello bonsai solo che, al posto delle foglie, ha dei piccoli pannelli fotovoltaici.
Il bonsai fotovoltaico consente di accumulare energia, grazie ad una apposita batteria nascosta alla sua base, per ricaricare i dispositivi mobili (telefoni cellulari ed assimilabili) degli utenti usando solo la fonte solare. La struttura è dotata di 42 celle che sono equivalenti a una superficie di 2.178 centimetri ², per un altezza della pianta di circa 40cm. Una volta caricato, l'accumulatore del bonsai alimenta una porta USB.

L’uso è strettamente limitato alla casa anche se il bonsai potrebbe "crescere" dato che Vivien Muller sta studiando anche la possibilità di usare alberi fotovoltaici di più grandi dimensioni, tali da pote essere installati in parchi e giardini pubblici, allo scopo di fornire postazioni pubbliche di ricarica e magari, illumininare le strade delle città.

Electree è disponibile in due colori, bianco e argentato ed è acquistabile direttamente online ad una cifra di 4950,00 euro.

martedì 15 giugno 2010

Bonus del 55% anche per i tetti verdi e giardini pensili




Potrebbe applicarsi la detrazione del 55% anche per chi coltiva il verde sul proprio tetto. È una proposta di legge avanzata alla Camera per recuperare il microclima delle nostre città e difenderci meglio dall'inquinamento.
Perchè più aumentano le piante, più diminuisce l'inquinamento. Le agevolazioni e detrazioni fiscali, hanno questo compito: favorire non solo la diffusione degli “orti urbani” ma anche dei giardini pensili. E dove sono, nelle nostre città, gli spazi inutilizzati da trasformare in giardino o in orto? Sui tetti.
Per le coperture a verde e di giardini pensili, si prevede in una detrazione dall'imposta lorda per una quota pari al 55% degli importi rimasti a carico del contribuente, fino ad un valore massimo della detrazione stessa di 10mila euro da ripartire in due quote annuali di pari importo.
Quanto agli orti urbani, la proposta provvede attraverso l'istituzione presso il ministero dell'Ambiente di un Fondo per la forestazione urbana con una dotazione di 50 milioni di euro l'anno per i primi due anni dall'entrata in vigore della legge. Diffondere la cultura del verde pensile e degli orti urbani costerà complessivamente allo Stato 100 milioni di euro l'anno.
"I tetti - spiega Gianpiero Bocci primo firmatario della proposta - rappresentano gli unici spazi veramente inutilizzati delle città, luoghi in cui non va mai nessuno, immense distese di lastricati deserti. Spazi aperti a disposizione di tutti e utilizzati da nessuno e che possono diventare delle vere e proprie oasi di verde nelle nostre città congestionate".
Il “verde pensile”ha indubbi vantaggi e non solo dal punto di vista estetico: è un’ottima arma contro l'inquinamento dell'aria ed elettromagnetico, ed è un valido aiuto al risparmio energetico e per il miglioramento della qualità della vita, come dimostra l'esperienza di Paesi quali la Germania, il Giappone, gli Usa, il Canada.
Fonte: edilOne.it

venerdì 4 giugno 2010

MODELLO DI CASA TROMBE MICHAEL

In Francia, nei Pirenei (latitudine 42°N) e su Mosca(49°N), è stato messo a punto e sperimentato in parecchie case un sistema di riscaldamento solare a circolazione naturale originale ed interessante dal punto di vista economico. Una parete di cemento dello spessore di 0,30 m rivolta a sud viene verniciata in modo da favorire l'assorbimento della radiazione solare(nere, blu, arancione…) e ricoperta di lastre di vetro parallele alla parete stessa, dalla quale sono distanziate di qualche centimetro. Il sole riscalda la superficie assorbente e la camera d'aria compresa fra il muro e la lastra trasparente. Si innesca quindi un movimento convettivo d'aria che, attraverso opportune canalizzazioni, viene fatto affluire dalla zona bassa degli ambienti da scaldare nell'intercapedine tra muro e vetro, in questa si scalda e sale, rientrando dall'alto negli ambienti abitabili. Al tramonto del sole, la circolazione d'aria viene fermata e il calore immagazzinato del muro viene lentamente ceduto agli ambienti mantenendoli ad una temperatura di conforto durante la notte. In estate il ciclo può essere modificato per ottenere il raffreddamento dell'edificio: infatti l'aria calda, dall'intercapedine viene mandata verso l'esterno e il moto convettivo aspira aria fresca dal lato nord della casa, oppure il moto convettivo indotto dal calore solare nell'intercapedine viene sfruttato per aspirare aria fresca dal lato nord della casa. Tale sistema di captazione e accumulazione solare è stato ideato e sviluppato dal professor Trombe e dall'architetto Michel nella stazione per lo studio dell'energia solare dei Pirenei.Il muro di Trombe-Michel è un elemento assai più complesso di un normale collettore. Infatti funge da collettore, da accumulatore e da elemento strutturale portante della casa.

martedì 1 giugno 2010

L’eco hotel è dentro la montagna


È dell’architetto Matteo Thun l’idea di un hotel “dentro la montagna”. Una costruzione che, sfruttando i principi cardine della bioarchitettura, è parzialmente immersa sottoterra e utilizza materiali di provenienza locale e i principi di progettazione passiva per riscaldare e raffreddare i suoi interni.
L’idea nasce da un albergo già esistente chiamato Bella Vista di Trafoi Ortler, situato nella provincia di Bolzano, in Alto Adige. Costruito sul lato di un pendio di una montagna nel Parco Nazionale dello Stelvio, le undici unità individuali si siedono come dossi di terra “low-profile” esposti a Sud, ognuno dei quali sormontato con una sporgenza generosa ed un tetto verde che aiuta a regolare la temperatura interna tutto l’anno, in aggiunta alle finestre con triplo vetro, che sono anche utili per il controllo del rumore.
Per quanto riguarda l’impianto di riscaldamento, il calore viene convogliato tramite una pompa geotermica la quale utilizza la temperatura costante di una sorgente locale per fornire del riscaldamento a basso consumo energetico, e all’occorrenza anche il raffreddamento.
Il complesso ricorda una raccolta di case di hobbit, i quali vivono in perfetta simbiosi con la natura, come dimostrerebbero le enormi vetrate che servono per sfruttare la vista mozzafiato ininterrotta sulle montagne che danno una visuale degna di una cartolina. Il nuovo eco-hotel, uno dei tanti che stanno sorgendo negli ultimi anni nella zona alpina, è stato recentemente designato come “Klimahotel“, un riconoscimento internazionale per quelle strutture che aiutano il turista a seguire la strada della sostenibilità in tutte le diverse fasi di sviluppo del progetto. La struttura sarà completata nel 2011.


lunedì 24 maggio 2010

Uno strumento per la comparazione delle offerte di elettricità e gas

E' un motore di ricerca già sperimentato per l'energia elettrica e ora ampliato nei contenuti e rivisto nella veste grafica che mette a confronto le offerte di 18 imprese che volontariamente hanno già dato la loro adesione: A2A Energia, Acam Clienti, Acea Electrabel Elettricità, AGSM Energia, Amga Energia e Servizi, Asmea, Blue Meta, Cva Trading, E.on Energia, Edison Energia, Eneide, Enel Energia, Eni, Hera Comm, Iride Mercato, Italcogim Energie, Trenta, Vivigas.
Per utilizzare il nuovo TrovaOfferte, basta seguire lo stesso facile percorso di ricerca già sperimentato per l'energia elettrica: disponibile sul sito www.autorita.energia.it, dopo avere scelto se si è interessati ad offerte per il "gas" o per "energia elettrica e gas", occorre inserire il CAP della località di interesse, indicare il consumo annuo e selezionare il tipo di contratto di interesse. Il motore di ricerca consente di visualizzare la lista delle offerte disponibili nell'area selezionata e di valutarne le diverse caratteristiche, calcolando la possibile spesa annua per ciascuna di esse e mettendole anche a confronto con le condizioni di riferimento stabilite dall'Autorità. La stima della spesa per ciascuna offerta si basa sui prezzi in vigore al momento in cui viene fatta la ricerca; gli operatori che aderiscono al Trova Offerte hanno comunque l'obbligo di aggiornare le loro proposte in tempo reale. Per tutte le offerte gas del Trova Offerte, la spesa annua stimata e i prezzi del servizio di vendita vengono indicati utilizzando convenzionalmente un Potere calorifico superiore (PCS) del gas pari a 38,52 megajoule/Standard metro cubo. Si tratta dello stesso criterio che deve essere utilizzato su scala nazionale dalle imprese di vendita per indicare il prezzo del gas nei documenti contrattuali e nelle informazioni al pubblico. L'Autorità ha anche stabilito che per poter aderire al Trova Offerte le imprese che vendono energia elettrica devono essere devono essere state ammesse all'elenco dei fornitori che soddisfano alcuni requisiti di affidabilità stabiliti dalla stessa Autorità (l'elenco, ad iscrizione volontaria, è consultabile sul sito dell'Autorità). Per quanto riguarda il gas, tutte le società di vendita devono essere autorizzate dal Ministero dello Sviluppo economico per poter esercitare questa attività. Le società che partecipano al Trova Offerte, di conseguenza, dispongono dell'autorizzazione dell'MSE.



mercoledì 19 maggio 2010

Nuovo Conto Energia. Regime fiscale del fotovoltaico

Verona, 7 maggio 2010. L'ufficio stampa di Solarexpo incontra Gerardo Montanino, direttore operativo del GSE (Gestore Servizi Energetici) per sintetizzare le possibili novità del prossimo nuovo conto energia.

l'intervista Solarexpo

Ing. Montanino, al momento abbiamo una versione in bozza del nuovo conto energia

La nuova bozza del conto energia è in attesa dell'approvazione della nuova Conferenza unificata Stato-Regioni probabilmente nelle prossime settimane. Ne possiamo parlare perché è ormai stata resa pubblica e in sede tecnica la precedente Conferenza Stato-Regioni l'aveva sostanzialmente approvata con piccole modifiche che il Ministero dello Sviluppo Economica sembra ritenga recepibili.

Quali sono le principali novità rispetto al decreto attualmente in vigore?

La nuova versione del contro energia introduce innanzitutto una maggiore differenziazione per fasce di potenza. Prima un impianto superiore a 20 kWp aveva lo stesso incentivo di un impianto multimegawatt e, in effetti, questo mi sembra francamente eccessivo. Ora ci sono vari scaglioni, l'ultimo dei quali di 1.000 kWp a salire. Inoltre le categorie di impianti da incentivare sono state limitate a due: impianti a terra e quelle su edifici. La soglia di potenza massima per l'incentivazione è prevista in 3.000 MW, ma alla luce dell'esperienza passata questo numero resta un elemento di grande flessibilità.

Di quanto è possibile stimare la riduzione delle nuove tariffe incentivanti?

Le riduzioni degli incentivi saranno dell'ordine del 12-13% fino al 25%, ma queste riduzioni vanno riconsiderate se ci ricordiamo che oltre agli incentivi, i soggetti proprietari hanno tra i ricavi anche il risparmio dell'energia elettrica che, come sappiamo, ha un prezzo minimo di 10cent€ per kWh fino ad arrivare a 18-19 cent€.

Ci sono poi altre due nuove categorie di impianti fotovoltaici.

Sì, infatti bisogna considerare quella degli impianti speciali, veramente integrati in edilizia, che utilizzano componenti e moduli non standard, ma fatti appositamente per l'integrazione, ad esempio una facciata vetrata fotovoltaica. Per questa tipologia di impianti le nuove tariffe confrontate con quelle precedenti riferite agli impianti totalmente integrati sono di fatto ridotte in alcuni casi dello 0,5%, praticamente uno scarto impercettibile, e al massimo la differenza arriverà al 10%.

C'è inoltre la categoria degli impianti fotovoltaici a concentrazione che oggi non è incentivata; nel momento in cui il decreto entrerà in vigore questi impianti potranno essere incentivati, quindi anche dal prossimo giugno 2010.

Come si ridurrà l'incentivo negli anni?

La regressione è del 6% per il 2012 e il 2013 (prima era del 2%), mentre per gli impianti FV innovativi e a concentrazione la riduzione sarà del 2% all'anno. A partire dal 2014 ci aspettiamo un nuovo decreto che disciplinerà la materia e che sarà pensato anche in base all'andamento dei costi di mercato.

Secondo lei come reagiranno gli operatori?

Vorrei sottolineare che queste riduzioni di tariffe sono ampiamente inferiori alle riduzioni che si sono già avute, e che si continuano a registrare, nel costo soprattutto del moduli fotovoltaici, ma anche del sistema in generale. Gli operatori non devono preoccuparsi perché si potrà investire in questi impianti anche per i prossimi anni con remunerazioni senz'altro soddisfacenti.

+ info su Expoenergie GSE (Gestore Servizi Energetici) www.gse.it

Un isola a pannelli solari galleggiante


Nella ricerca di nuove soluzioni per lo sfruttamento dell'energia solare interessante è il recente progetto negli Emirati Arabi Uniti sull'isola solare.

Si tratta di un isola galleggiante sulla quale sono disposti dei particolari pannelli solari a concentrazione, che consentono sia di ridurre i costi delle infrastrutture a terra per posizionare i pannelli, sia all'utilizzo di vaste porzioni di territorio per posizionare i campi solari.

L'idea delle isole solari arriva da un paese, la Svizzera, che di mare non ne possiede, ma che ha problemi di posizionare sul proprio territorio campi solari di vaste dimensioni. Il centro svizzero per l'elettronica e la microtecnologia di Neuchatel, in collaborazione con il governo dell'Emirato, sta realizzando il primo prototipo di questa isola solare del diametro di 86 metri (un decimo di quello che sarà la prima realizzazione finale) costituito da 68 moduli solari delle dimensioni di 8x 8 metri ciascuno, mentre l'anello esterno sarà costituito da un tubo in acciaio. Come materiale di copertura è previsto un film plastico da 2 mm rinforzato con strutture in poliestere ancorate alla circonferenza e presenti su tutta la parte interna dell'isola.

Il prototipo avrà una potenza di picco di 1 MW con una produzione annua di circa 2,2 GWh


pubblicato in data: 18/05/2010 su www.professionearchitetto.it