lunedì 18 ottobre 2010

The Dovecote Studio by Haworth Tompkins

February 14th, 2010

Semplicemente molto bella e funzionale.

London architects Haworth Tompkins have inserted a Corten steel artist’s studio into a ruined Victorian dovecote in Suffolk, UK.

venerdì 8 ottobre 2010

"Più risorse all'ambiente" per italiani è in cima alla lista


Secondo l'indagine di Ecobarometro, per il 71,9% la questione è prioritaria insieme al lavoro. Il 75% incolpa il governo per la mancanza di investimento. Bocciato il nucleare, grande maggioranza favorevole alle energie pulite e in molti hanno cambiato il proprio stile di vita

di ANTONIO CIANCIULLO


La novità è al secondo posto. Che al primo posto nelle preoccupazioni degli italiani ci fosse l'occupazione - o per meglio dire la disoccupazione - non era difficile da prevedere. Ma al secondo posto troviamo l'ambiente. Più di 7 italiani su 10 sono preoccupati per l'inquinamento e per lo spreco di risorse che derivano da scelte vecchie, dalla mancanza di coraggio e di innovazione. E quando dal generale si scende al particolare, al locale, la protesta si concentra sull'arretratezza del sistema di trasporti che in Italia penalizza il trasporto su ferro a vantaggio degli ingorghi su gomma.

E' questa la fotografia che emerge dal sondaggio, curato da Lorien Consulting e dal mensile La Nuova ecologia, reso noto al Forum QualEnergia organizzato a Firenze da Legambiente e Kyoto Club. Dopo il tema lavoro (88,1 per cento di risposte in un questionario in cui si potevano barrare fino a tre caselle) e il pacchetto dei problemi ambientali che si colloca a quota 71,9 per cento, nella classifica sulle preoccupazioni degli italiani troviamo la debolezza della classe politica (24,6 per cento), il terrorismo e la guerra (23 per cento), i conflitti istituzionali (14,5).

L'Ecobarometro segna dunque tempesta. E indica i responsabili. Il 75,7 degli intervistati ritiene che il governo centrale potrebbe fare di più per risolvere i problemi ambientali. Mentre il giudizio sulle amministrazioni locali, pur restando negativo, è meno severo: sono bocciate dal 61,5 per cento delle risposte.

Dal sondaggio emerge
poi una grande speranza nei confronti delle fonti energetiche pulite. L'indice di gradimento vede al primo posto il solare, seguito da eolico e idroelettrico. Bocciato il nucleare: solo il 30 per cento delle risposte è a favore e si scende al 25 per cento se la prospettiva è quella di una centrale atomica nella regione in cui si vive. Non si tratta solo di aspettative e giudizi teorici. Molti degli intervistati hanno cominciato a fare quello che potevano. Il 98 per cento usa lampadine ad alta efficienza, il 96 per cento ha comprato un elettrodomestico che riduce i consumi, il 73 per cento ha adottato una misura di coibentazione (dall'isolamento delle pareti ai doppi vetri).

E di fronte all'ultima, provocatoria domanda del sondaggio (avendo un milione di euro meglio investirli in una grande azienda automobilistica come la Fiat o aiutare una nuova impresa nel settore delle rinnovabili?) il 77 per cento degli intervistati ha optato per le rinnovabili.

giovedì 7 ottobre 2010

Nobel a Geim e Novoselov. Sono i pionieri del grafene

L'Accademia delle Scienze svedese ha premiato le ricerche "rivoluzionarie" dei due studiosi di origine russa sul materiale più sottile mai creato in laboratorio che rivoluzionerà l'elettronica. Due particolarità del premio: una scoperta recente e un premiato tra i più giovani della storia"A cosa serve la nostra invenzione? Sarebbe come chiedere a che serve la plastica". Lo scienziato Andre Geim ha appena vinto il Nobel per la fisica insieme al collega Konstantin Novoselov, entrambi dell'università di Manchester. Da Stoccolma il comitato che assegna il premio gli telefona a sorpresa per dargli la notizia e chiedergli a cosa servirà il grafene, il nuovo materiale che hanno inventato. Lui resta senza parole. "Non lo so. E' come presentare un pezzo di plastica a un uomo di un secolo fa e chiedergli cosa ci si può fare. Un po' di tutto, penso".Il grafene è stato descritto dal comitato dei Nobel di Stoccolma come "il primo materiale a due dimensioni". E' infatti talmente sottile da aver praticamente eliminato la dimensione dello spessore. Per arrivare a un'altezza di un millimetro occorre sovrapporre tre milioni di fogli di grafene. La sua "trama" è formata da un unico strato di atomi di carbone e se fosse visibile si presenterebbe come un grande lenzuolo a celle di alveare. "Il grafene è sottile, resistente, leggero eppure densissimo, praticamente trasparente e flessibile" ha spiegato il comitato dei Nobel nella motivazione della sua scelta. E' formato da un elemento molto comune - il carbonio, il mattone essenziale degli esseri viventi - ed è un buon conduttore di elettricità. Per dire a cosa può servire un materiale così - descritto dai due scienziati russi su Science a ottobre del 2004 - l'unico limite è la fantasia.Schermi ultrasottili, computer molto più piccoli degli attuali, pannelli solari, strumenti per andare a esplorare nei suoi anfratti il nostro Dna, sensori in grado di captare anche singole molecole di gas velenosi sono solo alcune delle idee avanzate dal 2004 a oggi. Ma forse la più accattivante per la nostra immaginazione è quella degli apparecchi elettronici indossabili come magliette. Essendo leggero e flessibile, il grafene può infatti essere trattato come un tessuto. E la sua proprietà di condurre elettricità lo rende appetibile per l'industria dei gadget informatici e televisivi. Per arrivare alla loro scoperta Geim e Konstantin sono partiti da una punta di matita (fatta di grafite) e un nastro adesivo. Ma accanto a una cassetta degli attrezzi così semplice, hanno dovuto mettere tutte le loro conoscenze. A dimensioni così piccole infatti i materiali cessano di comportarsi con le leggi della fisica ordinarie e iniziano a seguire quelle della meccanica quantistica. E per realizzare dei fogli di grafene servono comunque strumenti e apparecchiature in grado di operare nel campo dell'infinitamente piccolo. La "nuova plastica" non invaderà dunque il nostro mondo da un giorno all'altro.Contrariamente alle abitudini del comitato dei Nobel di Stoccolma, questo premio è arrivato solo pochi anni dopo la scoperta, avvenuta nel 2004. E mentre Geim (nato in Russia ma cittadino olandese) ha 51 anni, Novoselov (cittadino russo e inglese) con i suoi 36 anni è uno dei Nobel più giovani della storia. Dalla capitale svedese non hanno mancato di accennare all'aspetto "giocoso" del fare scienza dei due vincitori. E non è un caso che Geim dieci anni fa vinse anche un Ig-Nobel. Considerati gli anti-Nobel, questi premi vengono assegnati dall'università di Harvard alle ricerche più spiritose, divertenti, apparentemente inutili e ridicole. Geim vinse per la sua "rana volante": un piccolo anfibio che all'interno di un campo magnetico si sollevò in aria.
ELENA DUSI su La Repubblica
Fonte: tecnici.it

lunedì 4 ottobre 2010

Pannelli fotovoltaici al silicio nero: nuovo traguardo della ricerca


Da una recente scoperta di scienziati americani i pannelli neri sono più economici e molto più efficienti

Come sappiamo, a differenza del bianco che riflette la luce proiettata, il nero la assorbe. Questo il concetto base da cui è partito il team di studiosi guidato da Howard Brenz, il quale ha affermato di essersi interessato al progetto già dalla fine del 2006 quando ha assistito ad una conferenza di un ricercatore della Technical University di Monaco e recentemente ha voluto verificare la sua intuizione. Il team fa parte del Nrel, il National renewable energy laboratory americano, che per questa scoperta si è aggiudicato quest'anno il premio come migliore innovazione.
L'idea è stata quella di annerire i comuni wafer al silicio normalmente utilizzati per i pannelli fotovoltaici in modo da assorbire tutta la luce evitando non solo gli sprechi ma soprattutto sfruttando anche il debole irraggiamento delle prime ore del mattino e del crepuscolo, aumentando di fatto l'efficienza e l'efficacia del pannello. Nello specifico, attraverso una tecnica a basso costo sviluppata all'università di Monaco, il disco di silicio (wafer) è stato cosparso da una miscela di acidi che grazie alla loro azione corrosiva, hanno inciso milioni di buchi sulla superficie. Questi fori sono capaci di catturare la luce, rendendo la superficie nera. Gli scienziati tedeschi, grazie ad una tecnica di evaporazione con pompe sottovuoto, con una miscela di perossido di idrogeno e acido fluoridrico hanno cosparso un sottilissimo strato d'oro posto all'interno del wafer, scurendolo del tutto. A differenza dei colleghi tedeschi, il team del Nrel ha pensato di ottimizzare la tecnica: hanno cosparso la superficie di silicio con una soluzione in sospensione di nanoparticelle d'oro, chiamata "oro colloidale" e hanno atteso l'evaporazione dell'acqua in modo che l'oro, in seguito, incidesse il wafer. Successivamente, il chimico del Nrel Vern Yost, volendo migliorare la tecnica, ha deciso di separare le nanoparticelle con acqua regia, una miscela altrettanto corrosiva formata da acido nitrico e acido cloridrico concentrati capace di sciogliere metalli come l'oro e l'argento. Ebbene, l'acqua regia aveva reagito con l'oro formando una soluzione di acido chloroauric, meno costoso dell'oro colloidale.

Secondo il laboratorio americano, in questo modo l'assorbimento della luce da parte delle celle solari aumenta del 98% contro il 95% di quelle attuali. Risultato di poco conto alcuni obietteranno ma sufficiente ad incrementare del 2% l'efficienza energetica della cella. Non solo, la realizzazione di pannelli al silicio nero tramite la tecnica del Nrel non è nociva per l'ambiente in quanto produce meno emissioni rispetto ai pannelli attuali.

Fonte: edilone.it