lunedì 15 giugno 2009

Grazie al Premio Nobel Zhores Alferov, il Gruppo Beghelli commercializzerà un rivoluzionario sistema solare per la produzione di energia elettrica

Roma - La scorsa settimana è stato presentato a Roma Pianeta Sole Life, un progetto di produzione di energia ad uso domestico, la cui principale caratteristica è quella di avere un’efficienza di conversione delle celle solari di oltre il 38 per cento, cioè circa l’80 per cento in più della media degli altri impianti.
Se questo progetto sta divenendo realtà, il merito è prima di tutto del Premio Nobel Zhores Alferov, un fisico sovietico naturalizzato russo che ha contribuito significativamente alla moderna fisica delle eterostrutture e all’elettronica.
A rendere il progetto realtà e tramutarlo in qualcosa di tangibile è invece l’italianissimo Gruppo Beghelli, il cui presidente Gian Pietro Beghelli è intervenuto nella presentazione della novità aggiungendo: “L’illusione di un pianeta capace di risorse infinite è tramontata. Consumiamo troppo, più di quanto la terra possa sopportare. Già oggi la nostra impronta globale supera la capacità rigenerativa del nostro pianeta di circa il 30 per cento. Se la nostra domanda di energia continuerà a crescere a questa velocità entro il 2030 avremo bisogno dell’equivalente di due pianeti terra per sostenere i nostri stili di vita”… “Per questo, la consapevolezza del ruolo sociale dell’impresa, nonché la rilevanza e l’attualità delle tematiche affrontate, ci ha spinto, lo scorso anno, a fare il nostro ingresso nel settore del fotovoltaico, e a evolverci progressivamente, cercando soluzioni sempre più efficienti e con minor impatto sull’ambiente”.

Si tratta dunque di un’innovazione piuttosto rilevante, “Un’idea rivoluzionaria che ha l’obiettivo di offrire un sistema fotovoltaico accessibile a tutte le famiglie italiane e che consentirà a ogni tipo di abitazione di diventare un centro di produzione di energia, con un’efficienza di conversione delle celle di oltre il 38%, l’80% in più rispetto alle celle tradizionali, e una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 2.100 tonnellate/anno ogni 1000 abitazioni”, si legge sul comunicato stampa di Beghelli.
Grazie all’idea di Alferov, i moduli delle nuove celle - spiega Rinnovabili.it - non sono realizzati in silicio bensì con un mix di indio, germanio e gallio, che ha permesso così di aumentare dell’80% l’efficienza riducendo costi e dimensioni (3 mm contro gli attuali 15 cm).
Gli impianti - continua Rinnovabili.it - potranno inoltre essere dotati di una batteria in grado di accumulare l’energia non utilizzata durante le ore di irradiazione, di prese elettriche “intelligenti” che consentiranno di ridurre gli sprechi e di una sorta di cellulare denominato “DomoPhone”, che permetterà agli utenti di comandare a distanza l’impianto elettrico dell’abitazione.
I moduli avranno una vita media di 20 anni e per l’istallazione è previsto che una famiglia media spenderà intorno ai 10 mila euro, ammortizzabili in 10 anni. In questo modo si potranno ridurre le emissioni di 2.100 tonnellate di anidride carbonica all’anno ogni 1.000 abitazioni.

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