PARROCCHIE CON TETTI FOTOVOLTAICI di zenit.org - 12/12/2008
“A parte le considerazioni di carattere ecologico, economico e sociale, i cristiani hanno la responsabilità del creato, di ricercare e adottare misure per promuovere un approvvigionamento dell’energia sostenibile”. Questo è un passaggio del messaggio inviato da monsignor Robert Zollitsch, Arcivescovo di Friburgo e Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, al convegno “Energia Solare per le chiese - Italia e Germania per un progetto comune”, svoltosi a Venezia il 4 dicembre scorso, presso la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista.“I cristiani – ha aggiunto monsignor Zollitsch – sono chiamati a un atteggiamento di solidarietà verso le generazioni presenti e future attraverso un utilizzo consapevole delle risorse naturali”.Come ha rilevato nel suo intervento di apertura Norbert Pudzich, Consigliere delegato della Camera di Commercio Italo-Germanica, si è trattato di un evento la cui significatività è ulteriormente sottolineata dal fatto di aver avuto luogo “una settimana dopo l’inaugurazione dell’impianto fotovoltaico sulla Sala Paolo VI, donato al Papa Benedetto XVI da una società tedesca”.Oltre che dalla Camera di Commercio Italo-Germanica (ente dipendente dal ministero dell’economia tedesco), il Convegno è stato organizzato dalla rivista “Chiesa Oggi, architettura e comunicazione”, sotto il patrocinio del Servizio Nazionale per l’Edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana.Il tema dell’energia solare è al centro dell’attenzione di chi intende risolvere il problema dell’inquinamento e della tendenza all’esaurimento delle risorse: non a caso dal 2006 la Chiesa italiana ha istituita la Giornata per la salvaguardia del creato e nello stesso anno, come ha affermato l’Arcivescovo Zollitsch, “la Conferenza Episcopale Tedesca si è espressa a favore di interventi volti al risparmio energetico, all’aumento dell’efficienza energetica così come allo sviluppo delle energie rinnovabili”.In Germania tale impegno in realtà si era concretato da tempo, e si può dire che oggi la Germania sia diventata la maggiore “superpotenza” solare del mondo, sia quanto a capacità di produrre e installare impianti solari, sia quanto a potenziale produttivo di energia elettrica e termica direttamente da fonte solare, anche e soprattutto grazie al contributo delle Chiese.Il quadro generale della situazione tedesca in campo energetico è stato tracciato da Uta Zaehringer, della berlinese Renewable Academy AG, che ha fornito una serie di dati. Dal 2003 al 2007 il flusso di denaro totale attivato dalla realizzazione di impianti a energia rinnovabile e dalla loro produzione energetica è passato da 10 miliardi di euro a 25 miliardi.Nel 2007 sono stati spesi 10 miliardi per realizzare nuovi impianti, mentre il valore dell’energia totale prodotta da fonti rinnovabili è stato di 14,4 miliardi di euro. Nel 2007 il 14 per cento dell’energia prodotta in Germania proveniva da fonti rinnovabili (vento, biomassa, solare, idroelettrico, ecc.): ma di tutte queste, quella solare mostra il maggiore tasso di crescita: basti pensare che questo settore nel 2004 dava lavoro a 25.100 persone, mentre a fine 2007 gli addetti erano saliti a 50.700.Non solo: molte aziende solari tedesche, partite una decina di anni fa come piccole realtà artigianali, sono diventate multinazionali presenti su diversi continenti con centinaia di addetti.Come è stato possibile tutto questo? Lo ha spiegato Gotthard Dobmeier, portavoce per l’ambiente della Conferenza Episcopale Tedesca. Nel 1997 Chiesa cattolica e Chiese evangeliche hanno stilato un documento comune, “Per un futuro nella solidarietà e nella giustizia”, sulla base del quale sono stati intrapresi passi comuni precisamente nel campo dell’energia e la Fondazione tedesca per l’ambiente (Deutsche Bundesstiftung Umwelt, l’ente federale preposto alla diffusione delle energie rinnovabili) ha proposto il programma “Kirchengemeinden für die Sonnenenergie”(comunità ecclesiastiche per l’energia solare), volto a favorire la realizzazione di “tetti solari” sulle chiese e sui centri parrocchiali.Ne è nata una sinergia tra Chiese e Stato federale: quest’ultimo, attraverso la DBU, ha finanziato per un periodo di tre anni il 50 per cento dei costi per la realizzazione di impianti solari sui centri parrocchiali.Grazie alla campagna di sensibilizzazione condotta assieme da Chiese e Stato federale, le comunità si sono attivate e sono stati realizzati 600 nuovi impianti su altrettante chiese. Il che ha costituito un vettore per la diffusione della cultura del “solare”: molti che hanno visto la propria parrocchia adottare queste strumentazioni, le hanno poi volute per le loro case.Questo il segreto che ha consentito alla Germania di diventare la principale produttrice di impianti e di energia solare.La seconda parte del Convegno di Venezia è stata dedicata al tema: “La risposta italiana”. In pratica: ci si può aspettare qualcosa di simile anche qui? Don Giuseppe Russo, responsabile del Servizio edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha posto in rilievo come “l’attenzione per il tema ecologico sia una conquista culturale ormai metabolizzata” e ha portato ad esempio il convegno “Costruire bene per vivere meglio”, organizzato dalla CEI nell’aprile 2008.Don Russo ha richiamato l’attenzione sul fatto che è importante parlare di “bioedilizia nella sua complessità, non solo di energia solare, poiché al fine del risparmio energetico occorre anche che gli edifici siano bene orientati, ben coibentati e non provochino dispersioni termiche”.Come esempio di quanto già si sta muovendo, don Russo ha mostrato un progetto appena approvato dal Servizio edilizia di culto: quello per il nuovo complesso parrocchiale di Corciano a Perugia, in cui tutti questi aspetti sono congiuntamente presi in considerazione (orientamento della chiesa, coibentazione, sistemi di condizionamento passivo, geotermia e pannelli solari).“E’ da un approccio globale al problema che potremo individuare la via per la soluzione”, ha commentato.Attento non solo al tema dell’efficienza, ma anche all’aspetto estetico, l’architetto Massimo Gallione, Vicepresidente del Consiglio Nazionale Architetti (CNAPPC), ha posto in rilievo che la Chiesa nella sua storia bimillenaria ha inteso la qualità nella costruzione come “massima espressione del patrimonio collettivo e privato di pubblico interesse”, e che oggi la CEI “si trova a essere di stimolo vitale nel progresso dell’architettura e dell’innovazione tecnologica”.Il Direttore della rivista “Chiesta Oggi, architettura e comunicazione”, arch. Giuseppe Maria Jonghi Lavarini, ha annunciato la prospettiva di un Premio nazionale di architettura teso a individuare soluzioni esteticamente valide per l’inserimento dei pannelli solari sulle chiese, di nuova edificazione o esistenti, così che il tetto sia una vera “quinta facciata” significativa della dignità e coerente con la simbolicità che è propria dell’edificio chiesa.
“A parte le considerazioni di carattere ecologico, economico e sociale, i cristiani hanno la responsabilità del creato, di ricercare e adottare misure per promuovere un approvvigionamento dell’energia sostenibile”. Questo è un passaggio del messaggio inviato da monsignor Robert Zollitsch, Arcivescovo di Friburgo e Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, al convegno “Energia Solare per le chiese - Italia e Germania per un progetto comune”, svoltosi a Venezia il 4 dicembre scorso, presso la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista.“I cristiani – ha aggiunto monsignor Zollitsch – sono chiamati a un atteggiamento di solidarietà verso le generazioni presenti e future attraverso un utilizzo consapevole delle risorse naturali”.Come ha rilevato nel suo intervento di apertura Norbert Pudzich, Consigliere delegato della Camera di Commercio Italo-Germanica, si è trattato di un evento la cui significatività è ulteriormente sottolineata dal fatto di aver avuto luogo “una settimana dopo l’inaugurazione dell’impianto fotovoltaico sulla Sala Paolo VI, donato al Papa Benedetto XVI da una società tedesca”.Oltre che dalla Camera di Commercio Italo-Germanica (ente dipendente dal ministero dell’economia tedesco), il Convegno è stato organizzato dalla rivista “Chiesa Oggi, architettura e comunicazione”, sotto il patrocinio del Servizio Nazionale per l’Edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana.Il tema dell’energia solare è al centro dell’attenzione di chi intende risolvere il problema dell’inquinamento e della tendenza all’esaurimento delle risorse: non a caso dal 2006 la Chiesa italiana ha istituita la Giornata per la salvaguardia del creato e nello stesso anno, come ha affermato l’Arcivescovo Zollitsch, “la Conferenza Episcopale Tedesca si è espressa a favore di interventi volti al risparmio energetico, all’aumento dell’efficienza energetica così come allo sviluppo delle energie rinnovabili”.In Germania tale impegno in realtà si era concretato da tempo, e si può dire che oggi la Germania sia diventata la maggiore “superpotenza” solare del mondo, sia quanto a capacità di produrre e installare impianti solari, sia quanto a potenziale produttivo di energia elettrica e termica direttamente da fonte solare, anche e soprattutto grazie al contributo delle Chiese.Il quadro generale della situazione tedesca in campo energetico è stato tracciato da Uta Zaehringer, della berlinese Renewable Academy AG, che ha fornito una serie di dati. Dal 2003 al 2007 il flusso di denaro totale attivato dalla realizzazione di impianti a energia rinnovabile e dalla loro produzione energetica è passato da 10 miliardi di euro a 25 miliardi.Nel 2007 sono stati spesi 10 miliardi per realizzare nuovi impianti, mentre il valore dell’energia totale prodotta da fonti rinnovabili è stato di 14,4 miliardi di euro. Nel 2007 il 14 per cento dell’energia prodotta in Germania proveniva da fonti rinnovabili (vento, biomassa, solare, idroelettrico, ecc.): ma di tutte queste, quella solare mostra il maggiore tasso di crescita: basti pensare che questo settore nel 2004 dava lavoro a 25.100 persone, mentre a fine 2007 gli addetti erano saliti a 50.700.Non solo: molte aziende solari tedesche, partite una decina di anni fa come piccole realtà artigianali, sono diventate multinazionali presenti su diversi continenti con centinaia di addetti.Come è stato possibile tutto questo? Lo ha spiegato Gotthard Dobmeier, portavoce per l’ambiente della Conferenza Episcopale Tedesca. Nel 1997 Chiesa cattolica e Chiese evangeliche hanno stilato un documento comune, “Per un futuro nella solidarietà e nella giustizia”, sulla base del quale sono stati intrapresi passi comuni precisamente nel campo dell’energia e la Fondazione tedesca per l’ambiente (Deutsche Bundesstiftung Umwelt, l’ente federale preposto alla diffusione delle energie rinnovabili) ha proposto il programma “Kirchengemeinden für die Sonnenenergie”(comunità ecclesiastiche per l’energia solare), volto a favorire la realizzazione di “tetti solari” sulle chiese e sui centri parrocchiali.Ne è nata una sinergia tra Chiese e Stato federale: quest’ultimo, attraverso la DBU, ha finanziato per un periodo di tre anni il 50 per cento dei costi per la realizzazione di impianti solari sui centri parrocchiali.Grazie alla campagna di sensibilizzazione condotta assieme da Chiese e Stato federale, le comunità si sono attivate e sono stati realizzati 600 nuovi impianti su altrettante chiese. Il che ha costituito un vettore per la diffusione della cultura del “solare”: molti che hanno visto la propria parrocchia adottare queste strumentazioni, le hanno poi volute per le loro case.Questo il segreto che ha consentito alla Germania di diventare la principale produttrice di impianti e di energia solare.La seconda parte del Convegno di Venezia è stata dedicata al tema: “La risposta italiana”. In pratica: ci si può aspettare qualcosa di simile anche qui? Don Giuseppe Russo, responsabile del Servizio edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha posto in rilievo come “l’attenzione per il tema ecologico sia una conquista culturale ormai metabolizzata” e ha portato ad esempio il convegno “Costruire bene per vivere meglio”, organizzato dalla CEI nell’aprile 2008.Don Russo ha richiamato l’attenzione sul fatto che è importante parlare di “bioedilizia nella sua complessità, non solo di energia solare, poiché al fine del risparmio energetico occorre anche che gli edifici siano bene orientati, ben coibentati e non provochino dispersioni termiche”.Come esempio di quanto già si sta muovendo, don Russo ha mostrato un progetto appena approvato dal Servizio edilizia di culto: quello per il nuovo complesso parrocchiale di Corciano a Perugia, in cui tutti questi aspetti sono congiuntamente presi in considerazione (orientamento della chiesa, coibentazione, sistemi di condizionamento passivo, geotermia e pannelli solari).“E’ da un approccio globale al problema che potremo individuare la via per la soluzione”, ha commentato.Attento non solo al tema dell’efficienza, ma anche all’aspetto estetico, l’architetto Massimo Gallione, Vicepresidente del Consiglio Nazionale Architetti (CNAPPC), ha posto in rilievo che la Chiesa nella sua storia bimillenaria ha inteso la qualità nella costruzione come “massima espressione del patrimonio collettivo e privato di pubblico interesse”, e che oggi la CEI “si trova a essere di stimolo vitale nel progresso dell’architettura e dell’innovazione tecnologica”.Il Direttore della rivista “Chiesta Oggi, architettura e comunicazione”, arch. Giuseppe Maria Jonghi Lavarini, ha annunciato la prospettiva di un Premio nazionale di architettura teso a individuare soluzioni esteticamente valide per l’inserimento dei pannelli solari sulle chiese, di nuova edificazione o esistenti, così che il tetto sia una vera “quinta facciata” significativa della dignità e coerente con la simbolicità che è propria dell’edificio chiesa.
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