Le crescenti preoccupazioni sui cambiamenti climatici, l'approvvigionamento energetico e la competitività attanagliano i cittadini europei. La Commissione europea è determinata ad affrontare questi problemi, che assumono dimensioni sempre maggiori, e ha esortato autorità pubbliche, imprese e ricercatori a unire le proprie forze per sviluppare le tecnologie necessarie per rispondervi in maniera adeguata. La data prefissata è il 2020. La Commissione, nella proposta presentata lo scorso 7 ottobre dal titolo "Investire nello sviluppo di tecnologie a basse emissioni di carbonio" propone di catturare e stoccare le emissioni degli impianti a carbone, per ridurre le emissioni di gas a effetto serra (cattura e sequestro del carbonio, CCS). Nella stessa, la Commissione stima che per i prossimi dieci anni si renderà necessario un investimento supplementare di 50 miliardi di euro nella ricerca sulle tecnologie energetiche. Ciò significa che l'UE dovrà mettere a disposizione altri 5 miliardi di euro da aggiungere ai 3 miliardi già stanziati annualmente. La Commissione ritiene che il piano strategico europeo per le tecnologie energetiche (SET), che è il pilastro della politica comunitaria sull'energia e il clima, dovrebbe garantire l'attuazione di un'economia a basse emissioni di carbonio. Insieme alla comunità dei ricercatori e alle imprese, la Commissione ha stabilito delle "tabelle di marcia" tecnologiche che individuano le tecnologie a bassa emissione di carbonio con un forte potenziale a livello comunitario in sei settori: energia eolica, solare, reti elettriche, bioenergie, cattura e stoccaggio del carbonio e fissione nucleare sostenibile.La selezione è stata effettuata sulla base di un processo di consultazione che ha coinvolto anche il Sistema informativo sulle tecnologie energetiche strategiche (SETIS), che offre i risultati aggiornati della ricerca sullo stato attuale della stessa, sulle previsioni di ricerca e sugli investimenti a favore delle tecnologie a basse emissioni di carbonio nell'ambito della ricerca e sviluppo (R&S). Il piano prevede che la parte più consistente degli investimenti, 16 miliardi di euro, siano allocati al solare e che 13 miliardi siano destinati alla cattura e allo stoccaggio delle emissioni di gas a effetto serra. Infine, la Commissione desidera che le tecnologie vengano messe a disposizione per gli impianti che entreranno in funzione dopo il 2020. La Commissione ritiene che la transizione a un'economia a basse emissioni di carbonio sia proprio la direzione in cui l'UE è chiamata a muoversi, poiché il punto cruciale del problema sono i combustibili fossili. L'approvvigionamento energetico dell'UE dipende per l'80% dai combustibili fossili, combustibili in larga misura importati dall'estero, disponibili in quantità sempre minori e a prezzi sempre più alti. Il passaggio porterà con sé crescita economica e nuovi posti di lavoro. Incentivando e sostenendo un'economia a basse emissioni di carbonio l'Europa potrà ridurre drasticamente il conto energetico per l'estero e guadagnare una posizione primaria nel settore delle tecnologie pulite ed efficienti.
Fonte: Cordis
mercoledì 21 ottobre 2009
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