La Coenatio Rotunda, la sala da pranzo "rotante" della Domus Aurea, il gioiello della tecnica descritta da Svetonio nella sua biografia dell'imperatore romano, è stata rinvenuta durante i lavori di consolidamento della soprintendenza speciale per i beni architettonici in un'area del colle chiamata Vigna Barberini.
L'importante scoperta è stata annunciata oggi dal sottosegretario ai beni culturali Francesco Giro, dal soprintendente archeologico di Roma Angelo Bottini, dalla direttrice del Palatino, Mariantonietta Tomei.
Si tratta di una stanza dal pavimento di legno appoggiata ad una ruota dal diametro di 12 metri e con un pilastro di quattro metri, che ruotava su sé stessa giorno e notte attraverso cuscinetti a sfera e con il pavimento poggiato sull'acqua. Il cosiddetto piano mobile di appoggio ha rivelato la presenza singolare di tre cavità semicircolari di 23 centimetri di diametro, che hanno fatto ipotizzare il meccanismo su cui poggiava il pavimento di legno e in grado di farlo muovere spinto da un sistema idraulico.
La singolarissima opera è stata realizzata tra il 64 e il 68 d. C., dopo l'incendio di Roma, per impreziosire la Domus Aurea che sorgeva sul Palatino.
Oggi della rotonda dell'intera struttura, che potrebbe estendersi su circa 60 metri di lunghezza, è visibile un tratto del muro perimetrale dello spessore di 2 metri e 10, che disegna un cerchio di 16 metri. Pilone e muri perimetrali dell'intera struttura sono collegati da due serie sovrapposte di archi a raggiera, che coprono rispettivamente il primo piano, ancora in corso di scavo, e un secondo livello. Sono visibili attualmente sette archi: quattro del livello superiore, di cui uno solo integro, e tre di quello inferiore. Al piano superiore si aprono una porta e una finestra.
La stanza è stata rinvenuta all'interno di una sorta di torre eretta a picco sulla Valle del Colosseo, che all'epoca era occupata da un lago artificiale, consentendo una panoramica mozzafiato a 360 gradi dal Campidoglio all'Aventino, dal Celio al Colle della Velia.
La tecnica edilizia, le dimensioni, la disposizione in asse con le strutture già note della Domus Aurea, la tipologia raffinata e portentosa della torre con le arcate, sono tutti dettagli che possono avvalorare una datazione all'epoca neroniana e l'ipotesi della coenatio. Sappiamo che Nerone aveva due architetti eccezionali che, per citare le fonti, facevano quello che in natura era impossibile, Severo e Celere.
Questi hanno fatto architetture di una tale raffinatezza tecnica che ora attendiamo con trepidazione di scoprire il segreto del meccanismo di rotazione: vogliamo scoprire cosa c'è dentro il pilone.
L'importante scoperta è stata annunciata oggi dal sottosegretario ai beni culturali Francesco Giro, dal soprintendente archeologico di Roma Angelo Bottini, dalla direttrice del Palatino, Mariantonietta Tomei.
Si tratta di una stanza dal pavimento di legno appoggiata ad una ruota dal diametro di 12 metri e con un pilastro di quattro metri, che ruotava su sé stessa giorno e notte attraverso cuscinetti a sfera e con il pavimento poggiato sull'acqua. Il cosiddetto piano mobile di appoggio ha rivelato la presenza singolare di tre cavità semicircolari di 23 centimetri di diametro, che hanno fatto ipotizzare il meccanismo su cui poggiava il pavimento di legno e in grado di farlo muovere spinto da un sistema idraulico.
La singolarissima opera è stata realizzata tra il 64 e il 68 d. C., dopo l'incendio di Roma, per impreziosire la Domus Aurea che sorgeva sul Palatino.
Oggi della rotonda dell'intera struttura, che potrebbe estendersi su circa 60 metri di lunghezza, è visibile un tratto del muro perimetrale dello spessore di 2 metri e 10, che disegna un cerchio di 16 metri. Pilone e muri perimetrali dell'intera struttura sono collegati da due serie sovrapposte di archi a raggiera, che coprono rispettivamente il primo piano, ancora in corso di scavo, e un secondo livello. Sono visibili attualmente sette archi: quattro del livello superiore, di cui uno solo integro, e tre di quello inferiore. Al piano superiore si aprono una porta e una finestra.
La stanza è stata rinvenuta all'interno di una sorta di torre eretta a picco sulla Valle del Colosseo, che all'epoca era occupata da un lago artificiale, consentendo una panoramica mozzafiato a 360 gradi dal Campidoglio all'Aventino, dal Celio al Colle della Velia.
La tecnica edilizia, le dimensioni, la disposizione in asse con le strutture già note della Domus Aurea, la tipologia raffinata e portentosa della torre con le arcate, sono tutti dettagli che possono avvalorare una datazione all'epoca neroniana e l'ipotesi della coenatio. Sappiamo che Nerone aveva due architetti eccezionali che, per citare le fonti, facevano quello che in natura era impossibile, Severo e Celere.
Questi hanno fatto architetture di una tale raffinatezza tecnica che ora attendiamo con trepidazione di scoprire il segreto del meccanismo di rotazione: vogliamo scoprire cosa c'è dentro il pilone.
Fonte: ingegneri.info
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