venerdì 30 ottobre 2009

Come e in che misura l’efficienza energetica sta cambiando il mercato delle costruzioni


Il Primo rapporto CRESME - SAIE
ENERGIA E COSTRUZIONI: COSA STA SUCCEDENDO?
Come e in che misura l’efficienza energetica sta cambiando il mercato delle costruzioni

Quantificare e tenere sotto osservazione l’impatto economico che i processi tecnologici e le dinamiche della domanda e dell’offerta stanno determinando sul mercato delle costruzioni. E’ questo il principale obiettivo del Primo Rapporto su ENERGIA E COSTRUZIONI promosso da SAIENERGIA e realizzato dal CRESME presentato in apertura del Saie 2009.

“Il nocciolo della ricerca – puntualizza l’amministratore delegato del CRESME, Lorenzo Bellicini - è costituito dall’analisi del mercato che investe direttamente l’edilizia e il settore delle costruzioni. Ci siamo posti tutta una serie di domande e abbiamo cercato le risposte. Ad esempio quanto pesa il mercato del risparmio energetico sulle chiusure trasparenti? Sui 6 milioni di finestre realizzate nel 2009? Sui sistemi vetrati, sui sistemi di schermatura? Quanto invece sulle chiusure opache? Sui 46 milioni di metri quadri di pareti che verranno realizzate nonostante la crisi? Una sezione specifica l’abbiamo dedicata agli effetti sulla produzione e sul mercato della climatizzazione, riscaldamento e raffreddamento. Abbiamo stimato che nel 2009 si stiano sostituendo circa 900.000 impianti autonomi e abbiamo analizzato quali i cambiamenti nelle scelte delle caldaie o dei nuovi impianti e come queste scelte modifichino le performance energetiche. Un’attenzione particolare l’abbiamo dedicata ai sistemi di automazione e controllo e ovviamente alle fonti energetiche alternative al petrolio...."

E quali sono i risultati che si stanno ottenendo nelle nuove costruzioni e nella riqualificazione del patrimonio esistente?
“L’Italia è un Paese in forte ritardo rispetto al “pacchetto clima” dell’Unione Europea basato sul risparmio 20-20-20 finalizzato ad una progressiva riduzione delle emissioni di Co2, tanto che siamo stati condannati a pagare penali per 550 milioni di euro. E sappiamo bene che il maggior contributo al risparmio e alla riduzione delle emissioni di Co2, potenzialmente proviene proprio dagli interventi di recupero energetico sul parco di immobili esistente. Basti soltanto l’esempio degli interventi di retrofit ipotizzati al momento delle manutenzioni ordinarie e straordinarie, che sarebbero in grado di far risparmiare 57,1 GWh già nel 2016 e quasi 83,8 GWh nel 2020 tenendo conto dei soli settori residenziale e terziario. Un risultato che inciderebbe per quasi il 64% dei risparmi energetici complessivi ipotizzati a quell’anno.”
Nel Rapporto vengono descritte le potenzialità di risparmio delle diverse soluzioni tecnologiche e progettuali, per capire e valutare in che misura le diverse modalità costruttive riescono ad avvicinarsi all’obiettivo emerso dalle più recenti e approfondite analisi che evidenziano come una esposizione ottimale dell’edificio possa far risparmiare intorno al 3% del consumo di energia. Anche in questo caso un esempio aiuta a comprendere le grandi potenzialità esistenti nel settore e che le soluzioni sono realmente a porta di mano: con un costo di 380 euro/mq per l’acquisto di finestre termoisolanti si è in grado di ridurre del 18% le emissioni di Co2. Un investimento questo, destinato all’acquisto di vetri “basso –emissivi”, che si ripaga in 10 anni.
Alcuni effetti importanti dei provvedimenti avviati iniziano a vedersi. Ad esempio l’effetto dell’introduzione del “conto energia” ha portato la produzione di energia da solare fotovoltaico, benché ancora limitata, ad un incremento del 395% da 39 GWh a 139 GWh.

Riduzione della CO2: i ritardi dell’Italia
Il “pacchetto clima” della Commissione Europea 20-20-20 (20% dei consumi coperti da energia rinnovabile, -20% le emissioni di gas serra, miglioramento del 20% nell’efficienza energetica) da attuare entro il 2020 prevede per l’Italia un abbattimento del -14% dell’emissione di CO2 rispetto alle emissioni totali 2005 e una produzione da fonti rinnovabili pari al 17% del consumo energetico finale. La riduzione di emissioni di gas serra deve comprendere il –20% da parte dei settori energivori (ETS) ma anche il –13% dei settori non ETS. Con quest’ultimo provvedimento si investe di un obbligo di riduzione delle emissioni anche le famiglie (stili di consumo) e gli edifici (produzione, consumo ed efficienza). Già nell’anno in corso l’Italia è inadempiente per quanto riguarda le emissioni e dovrà pagare le multe UE per 555 milioni di Euro. Anche sul fronte del consumo di energia rinnovabile l’Italia appare indietro rispetto al target del 17% nel 2020 poiché, al 2006 si collocava al 7% ed al 2008 si stima possa collocarsi attorno all’8,5%. Riguardo al solo consumo di energia elettrica, l’Italia si trova in posizione meno difficile poiché già nel 2008 consumava il 24,0% di energia rinnovabile (tra prodotta e importata) su un target che si prevede a circa il 30% nel 2020.

Fonte: Edilio

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